Via libera alle farneticazioni dei centri sociali, ma semaforo rosso - in tutti i sensi - alla raccolta firme del Pdl per la sicurezza in città (come riportato ieri su queste pagine): è la scelta del Comune di Genova censurata dal senatore Giorgio Bornacin, coordinatore metropolitano del Popolo della libertà, che promette di portare il «caso» in parlamento. Questi i fatti, ricordati da Bornacin in uninterrogazione al ministro dellInterno Roberto Maroni: «Il Comune - sottolinea il senatore del Pdl - ha negato piazza della Commenda di Pré agli esponenti del nostro partito che intendevano avviare, mercoledì scorso, una raccolta firme a favore della sicurezza, adducendo il pretesto di una manifestazione concomitante, correlata al decennale del G8. Una manifestazione, sia detto per inciso - insiste Bornacin - che, invece, non si è mai tenuta», come ha documentato anche fotograficamente il Giornale.
Nel frattempo, si sono moltiplicati sul sito «Indymedia» gli insulti nei confronti del partito. Ecco perché, nell'atto parlamentare, il coordinatore del Pdl chiede anche a Maroni «quali misure si intendano adottare da parte delle autorità competenti, a fronte delle minacce e delle intimidazioni comparse su "Indymedia" nei confronti dei promotori della raccolta firme, cioè il capogruppo regionale Matteo Rosso e il responsabile regionale per la Sicurezza Gianni Plinio». Lobiettivo delliniziativa era e resta quello di garantire il diritto alla libera espressione politica per tutti. «Con i diritti costituzionali basilari non si scherza» aggiunge Bornacin. E conclude perentoriamente: «È indispensabile fare chiarezza su un divieto dellamministrazione comunale che, alla luce dei fatti, non era giustificato.
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