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L’asta sfreccia in Ferrari Al migliore offerente la leggenda del Cavallino

Nino Materi

nostro inviato a Fiorano Modenese (Modena)

La differenza tra un campione e un vice-campione si riflette anche sulla valutazione economica delle loro rispettive tute sportive. Prendete Schumacher e Barrichello, ad esempio. Poco importa che il primo sia (per voce di popolo) «antipatico» e il secondo «simpatico». Quando si tratta infatti di battere all’asta le loro «divise» rosse da Formula uno, accade che quella del pilota tedesco sia stimata 10mila euro e quella del suo collega brasiliano «appena» 7mila. Figli e figliastri, insomma. Anche se la famiglia - pardon, la scuderia - di appartenenza è la stessa: la Ferrari. Che - per la prima volta nella storia del Cavallino - ha deciso di mettere a disposizione del migliore offerente alcuni dei suoi «gioielli». Banditore d’eccezione, Sotheby’s.
Per partecipare all’evento basterà acquistare il catalogo dell’asta (costo, 50 euro) e presentarsi martedì 28 giugno alle 18 alla pista di Fiorano Modenese in via Villeneuve 23; se non volete spendere neppure i 50 euro del catalogo è meglio però che rimaniate a casa fissando, gratis, la foto di Jean Todt.
Martedì a Fiorano c’è da scommettere infatti che le cifre correranno come bolidi: gloriose supercar da milioni di euro e cimeli di varia natura (pezzi di motore, specchietti, alettoni, cerchioni, attrezzi di officina ecc.) il più economico dei quali sarà aggiudicato a migliaia di euro.
Entrando nel sancta sanctorum della pista di Fiorano - dove c’è ancora la casa di Enzo Ferrari e dove tutto profuma di primato e leggenda - diventa inevitabile ricordare quanto scritto da Karl Ludvigsen nel libro fotografico «Ferrari by Mailander» (Dalton Watson Editore): «Non si può pensare alle gare automobilistiche senza pensare alla Ferrari, vera e propria icona di glamour, eccitamento e emozione».
Memorabile un episodio risalente alla Mille Miglia targata 1952: «La Ferrari di Giovanni Bracco seguiva di pochi minuti la Mercedes di Kling; mentre gli ufficiali stampavano il certificato di gara a Firenze, Bracco chiese un fiasco di Chianti: grazie a quella “benzina” extra, Bracco riuscì a sorpassare il tedesco». Un fiasco di Chianti che - se fosse stato conservato - all’asta di martedì avrebbe fatto la gioia del collezionisti.
Anni - quelli ’50 - in cui la parola glamour avrebbe fatto ridere uomini come Enzo Ferrari, Manuel Fangio, Alberto Ascari, Stirling Moss: miti del passato impastati in una leggenda ruspante, lontana chilometri (anzi, «mille miglia», tanto per rimanere in tema) dalla roulette miliardaria di oggi. E l’asta del 28 giugno è lì a dimostrarlo: un evento straordinario dedicato alle più celebrate auto sportive italiane che mai, nel momento della loro nascita, avrebbero pensato di trasformarsi in oggetti di culto.
«Mesi di accurata ricerca - assicurano alla Ferrari - hanno consentito di assicurare per la prima volta una certificazione doc a ogni vettura in tutti i suoi dettagli».
Preziosi esemplari Ferrari e Maserati destinati a garage a cinque stelle extralusso, considerato che i lotti più importanti della vendita ruoteranno su una selezione di auto esclusive.
Tra le vetture più desiderabili la Ferrari 330 TRI del 1962, l’ultimo modello Ferrari con motore anteriore a vincere la 24 Ore di Le Mans e per 30 anni custodita nella collezione Bardinon. Il prezzo? Sotheby’s non svela le carte: «La stima è a richiesta». Meno reticenza invece per la bella 4 cilindri 750 Monza del 1955, un modello che in quell’anno ha assegnato un’altra vittoria a Ferrari nel Campionato Mondiale (base di partenza 1.300.000 euro) e la 250 GT «Lusso» del 1961, unanimemente considerata una delle più belle auto Ferrari su strada (valutazione, 1.200.000 euro).
Una mano sul portafoglio, ma una mano anche sul cuore: Ferrari donerà a beneficio delle popolazioni colpite dallo tsunami la 400° Ferrari «Enzo», anch’essa in vendita (1.100.000 euro).
Una delle star dell’asta sarà infine la Formula Uno F2004, chassis numero 234, con cui Schumacher ha vinto le competizioni d’Australia, Malesia, Bahrein, Imola e Spagna; e questa di giugno 2005 sarà la prima volta in cui Ferrari propone un’auto di Formula Uno della stagione precedente. Star delle star, tra le vetture storiche dell’asta, sarà comunque la Ferrari 412 S, 1958, con un illustre passato nelle competizioni nordamericane, essendo stata guidata da giganti del volante quali Phil Hill e Richie Ginther: è una vettura unica con il motore anteriore più potente concepito dalla Ferrari in quegli anni, senz’altro una delle auto più importanti mai proposte in asta (stima da brivido, 7.000.000-10.000.000 di euro).
Cifre che oggi farebbero rivoltare nella tomba chi come il fotografo Rodolfo Mailander tra il 1950 e il 1955 ebbe l’opportunità di realizzare reportage sulle automobili Ferrari nei Gran Premi, nei rally, nelle corse su strada e in salita: gare accomunate da una «concezione eroica della velocità dove il denaro contava poco o nulla». Grazie all’amicizia con i piloti, in particolare con Stirling Moss, Mailander riuscì a scattare con la sua Leica immagini prese da posizioni spettacolari e talvolta pericolose. Leggiamo dalle sue memorie: «Stirling Moss era l’uomo a cui chiedevo consiglio sulla migliore posizione del circuito per fare buone foto. Smise di darmi consigli quando uscì di gara per due volte esattamente nel punto che mi aveva suggerito!».
Incidenti che si trasformarono in due «bellissime» foto-ricordo. Ma questa è un’altra storia.

Che, per fortuna, ancora nessuno ha pensato di mettere all’asta.

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