La storia di Alberto è simile alla storia di tanti altri. Comincia a giocare per caso, con disinteresse. Poi gli scatta qualcosa dentro, unadrenalina strana che lo rende dipendente. E lo sommerge di debiti. «Ho sempre giocato la schedina - racconta - due numeri al lotto, la Tris. Quattro anni fa però ho cominciato a non avere più freno, a giocare a tutto». E così lappuntamento nelle sale ippiche, nei bar con il videopoker e al casinò diventa una pratica quotidiana, distruttiva.
«Allinizio - ricorda Alberto - ero solo affascinato perché il gioco mi è sempre piaciuto, ma col passare del tempo i soldi che puntavo erano di gran lunga superiori al mio stipendio e ricorrevo ai prestiti». Prestiti chiesti a tutti: amici, parenti, banche, istituti di credito, strozzini. «La situazione mi era sfuggita di mano, volevo smettere e me lo ripromettevo ogni giorno, Ma il giorno dopo ricominciavo da capo».
I debiti aumentano e lunica via di fuga per abbandonare il tunnel viene vista nel «colpo vincente», quello che mette a posto ogni cosa e anche di più. Sempre peggio. Il colpaccio non arriva.
«Tutti i sabati scaricavo mio figlio ai miei genitori con la scusa che dovevo andare a lavorare - confessa -. In realtà andavo in sala corse. Poi un giorno mia moglie, esasperata, mi ha messo alla porta. Volevo farla finita, ci ho pensato sul serio».
Alberto ce lha fatta grazie allaiuto dei Giocatori anonimi. Riunione dopo riunione. Sua moglie lo ha perdonato. Ora i debiti da pagare sono ancora una montagna ma lo spirito è quello giusto.
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