L’esperto «Violati i Codici ma anche la Costituzione»

Dare una stretta alle norme sulla privacy? Certo, si può fare, ma le leggi che già esistono sono più che sufficienti, basta farle rispettare. La pensa così Luca Bolognini, presidente dell’Istituto italiano per la privacy che in merito agli ultimi assalti dei paparazzi al premier precisa che parlare solo di violazione della privacy è «contraddittorio e incompleto». Chi scatta foto come quelle finite ieri sul «Daily Mail» non infrange le norme sulla privacy che, in senso stretto, tutelano il trattamento dei dati personali. Fa molto di peggio. Viola la Costituzione (che all’articolo 2 garantisce e riconosce i diritti inviolabili dell’uomo»), il codice penale (che agli articoli 614 e 615 bis punisce la violazione di domicilio e le interferenze illecite nella vita privata) e il codice civile (articolo 10, abuso dell’immagine altrui). Ce n’è d’avanzo, insomma, per portare i «ladri» d’immagine in tribunale.

E comunque, anche per quanto riguarda la privacy propriamente detta, il Garante, sostiene Bolognini, ha «amplissimi poteri di inibitoria e sanzione in caso di trattamenti illeciti di dati personali. Tutto sta a utilizzarli sempre e con efficienza anche nei confronti di chi si occupa di cronaca», pur concedendo ai giornalisti qualche margine maggiore.

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