Roma«Penso che Battisti sia stato il più furbo di tutti. Non era un personaggio del livello di Renato Curcio e di Valerio Morucci, ma ha fregato tutti e ora probabilmente si godrà la vita senza avere mai pagato per le sue colpe». Pietro Mutti, 56 anni, ex compagno nei Proletari armati per il comunismo, descrive così il terrorista che divide Italia e Brasile. Fu Mutti a guidare il commando che si incaricò di far evadere il terrorista dal carcere di Frosinone nel 1981. Ed è lui, oggi pentito e collaboratore di giustizia, a raccontare il «suo» Battisti nel numero di Panorama in edicola domani. E lo fa senza risparmiarsi in particolari: «Lho visto con i miei occhi uccidere il maresciallo Santoro quella mattina a Udine. Quando il maresciallo è uscito, Battisti gli ha sparato da dietro. Non ho dubbi. Fu lui a sparare, a scegliere il bersaglio (...), a fare i sopralluoghi, a portare via le armi in treno dopo lagguato». Secondo Mutti, Battisti sarebbe stato lautore materiale anche dellomicidio dellagente Andrea Campagna.
E intanto si apre qualche spiraglio sulla possibile estradizione di Battisti. Il Supremo tribunale federale di Brasilia, presieduto da quel Cezar Peluso che già si era espresso in termini favorevoli alla riconsegna del terrorista allItalia, ha riaperto il fascicolo. Un atto dovuto dopo il ricorso presentato dai legali brasiliani che rappresentano il nostro Paese contro la scarcerazione del cinquantaseienne esponente dei Pac. Una brutta notizia per lItalia arriva invece da Bruxelles: il portavoce della Commissione europea Michael Mann ha ribadito ieri che il caso Battisti è una questione «bilaterale» e che «non è prevista una competenza della Commissione». «Non esiste un trattato di estradizione tra Ue e Brasile», ha tagliato corto Mann.
E intanto il consigliere del Csm Matteo Brigandì annuncia per i prossimi giorni la presentazione di una pratica a tutela della magistratura italiana, oltraggiata a suo dire dallex presidente del Brasile Lula.
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