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L’Inter ha paura delle porte chiuse

In un Meazza senza tifosi si riparte dal 2-0 con lo Shakhtar. Mancini: «Situazione irreale». E per lo sputo di Samuel si pensa al complotto

L’Inter ha paura delle porte chiuse

nostro inviato

ad Appiano Gentile
C’è lo Shakhtar Donetsk di Mircea Lucescu, c’è la possibilità di entrare tre le magnifiche 32 che si giocheranno la Champions, ma in casa Inter tiene banco il caso Samuel. Le tre giornate inflitte all’argentino per lo sputo a Nedved non sono proprio state digerite. Anzi, hanno fatto emergere un pensierino cattivo: la nuova Inter vincente può dare fastidio ai poteri forti del nostro football, togliere al Milan e soprattutto alla Juventus quel dominio assoluto, sia a livello tecnico che politico, che ha contrassegnato l’ultimo decennio e oltre. Una sensazione che in tanti tra i nerazzurri provano e proprio lo stop di Samuel sembra apparire come un preciso segnale.
Roberto Mancini però non ci sta a questo gioco al massacro, o meglio, non vuole credere a un complotto. «Sarebbe grave un fatto del genere, non voglio pensarci», afferma il tecnico. «Ho rivisto le immagini, Nedved era a tre metri di distanza da Samuel. Ritengo ingiusta la squalifica e assurde le tre giornate. Non c’erano neppure i presupposti per un gesto simile». E sulle dichiarazioni rilasciate da Luciano Moggi («l’Inter ha solo fortuna, ma per la legge dei grandi numeri questo è il suo anno e potrà arrivare... seconda»), Mancini va giù duro: «Non gli rispondo, non lo merita, è lui che deve preoccuparsi di rispondere a qualcun altro», forse ipotizzando un possibile coinvolgimento in tribunale del dg bianconero. Ma poi Mancio tende la mano alla Juve: «Non sono d’accordo su Samuel, ma non lo ero neppure per la squalifica data a Ibrahimovic dopo lo scontro con Cordoba».
Meglio allora pensare alla partita con gli ucraini e alla strana situazione di San Siro vuoto. «A quelli che hanno combinato questo bel pasticcio non ho niente da dire. Certo che è una situazione irreale. E se lo Shakhtar dovesse fare gol nei primi quindici minuti, allora sarebbe davvero complicato. Noi dobbiamo solo pensare a fare una grande partita e a passare il turno. Lo Shakhtar è temibile, anche se abbiamo il vantaggio di partire dal 2-0 dell’andata; ha buoni giocatori, quando i brasiliani si inseriranno faranno la differenza. E poi Matuzalem lo conosciamo tutti». Meno male che si incomincia a parlare un po’ della partita di questa sera, dopo che anche i giornalisti ucraini avevano ironicamente chiesto se per caso avessero sbagliato giorno. Sorride Mancini alla simpatica provocazione e allora avanti con i problemi che l’Inter si ritrova ad avere, dopo una Supercoppa vinta e il passaggio di turno in Champions quasi superato. «Ho alcuni giocatori che non stanno affatto bene», continua il tecnico jesino. «Martins a Torino ha giocato sul dolore e ora sta pagando lo sforzo fatto. Non è a posto, ma faremo il possibile per recuperarlo. Ma anche nel caso non dovesse farcela, continueremo a giocare col 4-4-2».
E così Mancini spazza via la possibilità di vedere l’Inter con una sola punta, Adriano, e un centrocampo a cinque. Il modulo è sacro e Mancini ama il 4-4-2. Avendo inoltre la possibilità di poter disporre di un Cruz in grandi condizioni e di un Recoba che smania dalla voglia di giocare, c’è solo l’imbarazzo della scelta, anche se il Chino appare favorito. Ma anche altri sono acciaccati: Veron, Favalli, Materazzi e Samuel e quindi, malgrado l’ampia rosa, Mancini avrà qualche problema di formazione. Altro problema è chi ci sarà tra i pali: il deludente Toldo di Torino o lo scalpitante Julio Cesar? «Ho già scelto», confessa Mancni e il preferito sembra proprio essere il giovane brasiliano che dovrebbe mettere fine all’era Toldo.

Insomma, Mancini è preoccupato, anche se non vuole farlo intendere, ma sa che questa partita potrà condizionare tutta la stagione dell’Inter ed è quindi proibito sbagliare.

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