L’intervento Altro che protesi al seno: il vero pericolo sono i cattivi medici

L’iter della legge sul registro delle protesi mammarie si avvia alla conclusione: la demagogia vince ancora. Una bella legge che faccia credere che si stia facendo qualcosa per tutelare i pazienti che si rivolgono alla chirurgia estetica, mentre il vero problema, certamente più difficile da risolvere, viene insabbiato. Le protesi mammarie sono già il presidio medico-chirurgico più tracciabile. Ogni protesi ha la sua «carta d’identità» a cui si può risalire: da chi è stata venduta, la marca, le caratteristiche, il lotto, per alcune marche addirittura il nome del tecnico che ha costruito l’involucro, chi l'ha riempita di gel, chi l'ha collaudata ed esattamente in che giorno è stata prodotta. A cosa serve il «registro delle protesi»? Forse sarebbe più utile il «registro di chi può impiantare le protesi». Piantiamola con le informazioni terroristiche. Cinquant’anni di storia e molti milioni di protesi mammarie impiantate hanno dimostrato inconfutabilmente che queste non sono dannose. Con le protesi si può allattare e si può fare la diagnosi precoce dei tumori mammari: ecografia, mammografia, risonanza magnetica, autopalpazione.
Quante donne devono la vita a casuali scoperte di tumore durante la preparazione ad un intervento di mastoplastica e quante agli insegnamenti del chirurgo sulla prevenzione e l'autodiagnosi dopo un impianto di protesi! Ma non ho mai saputo di nessun caso di morte causato da protesi mammarie. L'autopalpazione di una ghiandola distesa su di una protesi è più facile. La mortalità per tumore mammario delle donne portatrici di protesi è più bassa, perché queste sono più attente alla prevenzione.
Non esiste il rigetto della protesi. L’elastomero di silicone della protesi è uno dei materiali più biocompatibili esistenti. Inoltre la mastoplastica additiva è l'unico intervento praticamente «reversibile»: la protesi può essere facilmente rimossa. Sorvolo sul divieto delle protesi alle minorenni: si basa su dati non corretti. Il numero di minorenni che, ovviamente con il consenso dei genitori, richiede l'intervento è trascurabile: in trentacinque anni me l'hanno chiesto in quattro, e la legge avrebbe rimandato l'intervento di pochi mesi. Nella mia esperienza la mastoplastica additiva è raramente richiesta prima dei venti, ventidue anni.
La chirurgia estetica è una disciplina specialistica che può alleviare molti disagi psicologici e rendere la vita un po' più facile da vivere. La chirurgia estetica italiana è molto malata, solo che, come per tutte le malattie, prima di intraprendere la cura dobbiamo identificare con precisione le cause. Talvolta limitarsi a curare i sintomi può essere non solo inutile ma pericoloso. I virus responsabili sono i cattivi medici, quelli che operano senza la necessaria preparazione, quelli che, invece di adoperarsi per il benessere del paziente con buoni consigli prima che con operazioni, cercano solo di vendere le loro prestazioni. Purtroppo la legge lo consente: in Italia il diploma di specializzazione è richiesto solo per gli anestesisti. Avete capito bene: qualsiasi neolaureato privo di specializzazione può effettuare qualsiasi intervento chirurgico. Ed in questo, con tutto il rispetto, siamo dietro anche alla Romania, dove la specializzazione è obbligatoria.
Il boom di richieste di chirurgia estetica degli anni '90 ha consentito il diffondersi di «chirurghi estetici fai da te» che, senza la basilare specializzazione in chirurgia plastica, si sono improvvisati chirurghi estetici e sedicenti specialisti di questa delicata materia. Questo ha creato un dilagare di prestazioni di basso livello e di basso costo che hanno stravolto il mercato ed inflazionato la società di risultati estetici deprecabili. Chi deve farsi impiantare una protesi d'anca va dall'ortopedico, chi deve fare una visita ginecologica non va dall'oculista o dal medico di base; allora, perché per una protesi mammaria o una liposuzione la gente è disposta ad andare da chiunque?
Ci sono casi clamorosi. Ad esempio, quello delle tre signore della Firenze bene, di cui due sono gravi ed una alla fine è deceduta dopo essere state sottoposte alla liposuzione effettuata da un otorinolaringoiatra. Oppure quello delle molte persone della Milano bene che si sono sottoposte per lungo tempo a fillers, tossina botulinica ed altri trattamenti effettuati con prodotti di contrabbando e di qualità scadente da un soggetto che notoriamente non era nemmeno laureato in medicina. Risultato: allergie, occhi storti, facce inespressive ed altre facezie. Visto che la gente non sa difendersi da questi mascalzoni è giusto che ci pensi lo Stato, ma non sarà certo l'anagrafe delle protesi mammarie che risolverà il problema. Prima di tutto bisognerà accertarsi che gli interventi vengano effettuati dagli specialisti del settore, cioè dai chirurghi plastici. La chirurgia estetica è una materia complessa, tecnica e psicologica insieme, che richiede, oltre che una speciale preparazione, anche una particolare forma mentis, che hanno solo i chirurghi plastici che vi si dedicano prevalentemente o esclusivamente.
E che dire dell'anestesia, una delle più grandi invenzioni della medicina ed il più grande ausilio della chirurgia moderna? Oggi il livello di sicurezza di un'anestesia effettuata correttamente è massimo. Credo che ogni giorno molte persone facciano cose molto più pericolose: basta guardare le statistiche degli incidenti domestici o di quelli stradali. Per non parlare dei danni del fumo... Bisogna piuttosto informare i pazienti che «chirurgo estetico» non vuol dire niente. I titoli validi sono quelli preceduti dalla parola «specialista» ed in questo caso «specialista in chirurgia plastica». I «master in chirurgia estetica» sono per lo più corsi teorici di pochi giorni o settimane, aperti a qualunque medico generico o neolaureato: il livello è più o meno quello delle Università della terza età...
Il problema vero è che oggi la nostra società è inquinata, temo più che in tempi passati, di cattivi medici, cattivi avvocati, cattivi giudici, cattivi politici, cattivi idraulici e chi più ne ha più ne metta. Tutte le discipline, quando praticate correttamente e moralmente, sono buone.

Come sempre il problema sono gli uomini che, quando l'etica professionale, il senso sociale e morale non bastano, devono essere guidati da giuste regole e leggi che non consentano loro di comportarsi scorrettamente.
*chirurgo plastico

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