Economia

L’intervento L’energia è la leva per risollevare l’economia

La difficile congiuntura internazionale e le permanenti sfide per uno sviluppo sostenibile richiedono scelte incisive che coinvolgano anche i settori energetici.
L’energia, da concausa della crisi con le impennate dei prezzi degli idrocarburi, può infatti diventare una leva utile per l’attenuazione ed il superamento della crisi stessa, attraverso lo sviluppo delle infrastrutture. Investire in opere più che necessarie (quali reti, centrali, gasdotti, stoccaggi, rigassificatori) significa: aprire cantieri e creare occupazione; promuovere più concorrenza, efficienza, sviluppo tecnologico e tutela ambientale; migliorare sicurezza e qualità di servizi essenziali; rendere le bollette sempre più convenienti per aziende e famiglie utilizzatrici.
Investire, ora, in infrastrutture energetiche può dunque contribuire a dare una sollecita spinta alla nostra economia e, allo stesso tempo, garantire una piattaforma adeguata per il futuro post crisi; un futuro che continuerà a sfidarci con l’attuale ancor forte dipendenza dalle importazioni di energia, un’eventuale risalita dei prezzi dei combustibili e il contenimento delle emissioni di gas serra.
Tali considerazioni, con enfasi sulla necessità di investimenti infrastrutturali, valgono per l’insieme della Ue e ancor più per il nostro Paese, bisognoso di sviluppo per reti elettriche e gas, per rigassificatori e stoccaggi gas; per un’Italia che dovrebbe cercar di vincere la gara fra i possibili hub meridionali dell’Europa, sfruttando la sua favorevole centralità nel bacino Mediterraneo.
In coerenza con le scelte istituzionali nazionali e per facilitare un simile percorso di sviluppo, l’autorità italiana per l’energia sta impegnandosi, anche attraverso una cooperazione con gli altri regolatori europei e del Mediterraneo, per offrire agli operatori quadri regolatori sempre più armonizzati e adatti a promuovere gli investimenti per un potenziamento non procrastinabile delle interconnessioni internazionali, nonché continui miglioramenti come sicurezza e competitività del nostro sistema energetico.
Quanto al necessario e forte sostegno degli investimenti nazionali, l’Autorità ha previsto, già dal 2005, delle extra remunerazioni, per periodi fino a 15-16 anni, per tutti gli investimenti mirati ad un incremento dell’offerta di gas e alla diversificazione delle sue fonti di approvvigionamento. Per i nuovi investimenti in trasporto, stoccaggio e rigassificazione, viene infatti garantita una remunerazione media di oltre il 10%, in termini reali e pre tasse (9,7% per il trasporto, 10,6 % per i rigassificatori e 11,1% per lo stoccaggio); una remunerazione, questa, certamente non utilizzabile come alibi per un «non fare» o un «non fatto», sempre onerosi per il sistema energetico.
E incentivi sono stati introdotti pure per gli investimenti finalizzati a migliorare la sicurezza e la qualità dei servizi di distribuzione gas.
Un sistema di incentivazioni sostanzialmente analogo è stato previsto anche per ridurre le congestioni sulle reti elettriche di trasmissione e favorire l’ammodernamento di quelle per la distribuzione; in termini reali e pre tasse, viene riconosciuta una remunerazione del 9,9% per i nuovi investimenti nella trasmissione e del 9% per la distribuzione; sono pure previsti incentivi aggiuntivi per i miglioramenti della qualità dei servizi, per la diminuzione delle interruzioni e altro ancora.
In sintesi, il quadro regolatorio e tariffario, disegnato per i sistemi energetici a rete italiani, offre un tempestivo e concreto contributo per iniziative anticrisi e che facilitino al meglio gli investimenti comunque necessari per lo sviluppo delle infrastrutture.


Nell’attuale contesto internazionale di instabilità e rischiosità economico-finanziaria, gli investimenti energetici dovrebbero quindi considerarsi non solo strumento irrinunciabile e anticiclico per il superamento della crisi, ma anche approdo sicuro e ottima opportunità per il rilancio dell’economia del Paese, per iniziative industriali e finanziarie che assicurino un’equa e garantita remunerazione agli investitori, assieme all’energia necessaria per la ripresa, a prezzi e qualità sempre più convenienti per i consumatori.
*presidente Authority
per l’Energia

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