Politica

L’intervento Quella solidarietà che a me fu negata

Sono sinceramente felice per la solidarietà episcopale a Dino Boffo. È un fratello cristiano, e chi è amico deve esporsi a prescindere. Però mi domando se dietro questa difesa altissima e vorrei dire violenta del cardinal Bagnasco e dell'universo mondo ecclesiastico ci sia una specie di patto particolare. Perché questa preferenza così esagerata? Forse la dipendenza da un giornale di proprietà è più forte del patto di comunione che lega ogni battezzato? C'è di mezzo l'appartenenza a un establishment particolare? C'è un sinedrio di intoccabili? Perché altrimenti io non ci sto.
Ho i miei motivi per dirlo. Come qualcuno spero abbia dimenticato (ma non credo) sono stato oggetto per mesi di una campagna stampa e tv dove - con foto, pubblicazione di intercettazioni e di sms anche molto privati (vero Filippo Facci?) - fui trattato come un mostro del giornalismo e del tradimento, per aver eccetera Sismi eccetera Betulla, eccetera. Non sto qui a ribadire l'ingiustizia subita, sono parte in causa e sarebbe troppo facile.
Mi difesero subito, sapendo di esporsi a contumelie e sospetti, i miei amici di Comunione e liberazione e Vittorio Feltri. Salvaguardarono soprattutto la mia famiglia. In quel tempo chiesi invano una parola da Avvenire, da Boffo. Almeno un parola di garantismo, di dubbio, che ne so. Mi sarebbe bastata una parola anche privata. Il sito ufficiale della Curia di Milano, la catena delle radio cattoliche mi trattarono come un mascalzone. La curia di Bergamo negò una sala a un incontro in difesa della vita perché ero relatore io, e per consentire l'evento mi ritirai. Lo stesso accadde a Varese. Scrissi queste lettere desolate alla Curia di Milano e alla sede della Conferenza episcopale. Non ci fu risposta. Ero un povero cristiano. Politicamente berlusconiano. Non apprezzato da Repubblica. Si gratti la sua rogna da solo. Amen.
C'è un'altra ipotesi. Che esista un tribunale segreto. Dove sono vagliate le cause in corso presso i tribunali di Stato. E Boffo è stato assolto, innocente, nulla fece di male. E invece io fui giudicato colpevole. Fuori le carte, allora. Intanto mi arrivano storie di altri cattolici abbandonati dai prelati pur informati della loro innocenza. Ci sono figli e figliastri? Mi viene in mente San Paolo: «E voi padri non esasperate i vostri figli».

Anche se sono di centrodestra. Naturalmente, Forza Boffo!

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