L’omelia di Scola in Duomo: «La vera libertà è essere amati»

«La libertà dell’uomo non è anzitutto iniziativa, ma risposta. La sua forma compiuta è quella dell’accoglienza spalancata al dono che la precede e le viene offerto». Questo il concetto espresso dal cardinale Angelo Scola durante la sua prima omelia per l’Immacolata in Duomo. Un’omelia che ha toccato punti «scomodi» da affrontare per chi vive immerso nella vita moderna e per chi coltiva una concezione dell’io «troppo ingombrante».
«Ciascuno di noi - si è rivolto l’arcivescovo ai numerosi fedeli all’interno della cattedrale - non può forse identificare il sapore della vera libertà nell’esperienza dell’essere amato? Quando si è autenticamente amati il nostro essere si dilata e si muove più liberamente». «Ma la nostra libertà, a differenza di quella di Maria Santissima, non sempre accoglie né risponde positivamente all’offerta della grazia di Dio che la precede» fa notare il cardinale, che ha ricordato anche una scena del Libro della Genesi: «Il serpente mi ha ingannata» (Prima Lettura, Gn 3,12-13). «Una sequenza di scuse e di accuse, pur di non riconoscere il proprio peccato. Non è spesso questo il nostro comportamento?».
«La nostra libertà - ha aggiunto Scola - in ogni passo del suo cammino, ha la forma dell’assenso, della risposta.

Questa attitudine profonda della umana libertà quasi sempre ignorata, soprattutto da noi uomini post-moderni, individui dall’io troppo ingombrante, lungi dal limitarla la potenzia» ha concluso il cardinale, che esorta a contemplare il «Fiat dell’Immacolata: è una risposta resa possibile dalla grazia, eppure completamente Sua. Perchè questo è il grande mistero della libertà creata: essa è radicalmente insufficiente a procurarsi la salvezza, eppure è necessaria, anzi imprescindibile».

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