L’Ue: «Nel 2007 il Pil dell’Italia crescerà del 2%»

Ma Visco frena anche sulla promessa di ridurre la tassazione

da Roma

L’Unione europea è ancor più ottimista del Fondo monetario internazionale sulla crescita dell’economia italiana nel 2007. Le interim forecasts (previsioni provvisorie) per i Paesi europei illustrate a Bruxelles dal commissario agli Affari economici Joaquin Almunia parlano infatti di una crescita 2007 del 2% per il nostro Paese. Le stime europee precedenti parlavano di un più modesto 1,4%, ma la situazione è mutata. «L’accelerazione del quarto trimestre 2006 - si spiega nel documento, in un passaggio che si riferisce al recenti dato dell’Istat - implica anche un impatto favorevole sul 2007», di almeno un 1,2%.
«L’Italia è ora più vicina agli altri Paesi europei», commenta Almunia. Ma, in un’intervista a Qn, Silvio Berlusconi rivendica i meriti del governo di centrodestra nel miglioramento dello scenario economico italiano. «Abbiamo lasciato al governo Prodi un’eredità eccellente, che con grande impegno viene quotidianamente rovinata», dice il leader della Cdl. «Il 2006 - spiega ancora Berlusconi - è stato governato dalla nostra finanziaria, approvata alla fine del 2005. La prima finanziaria di Prodi sconterà dunque nel 2007 i suoi effetti, che temo - conclude il Cavaliere - saranno molto negativi».
I primi tre mesi di quest’anno saranno decisivi per il risultato dell’anno intero. È probabile che si registri una correzione, dopo un quarto trimestre 2006 di eccezionale crescita dell’economia. Si tratta di capire se è il Fondo monetario ad essere troppo prudente, quando parla di una crescita dell’1,5% o poco più, oppure se gli economisti della Commissione europea si sono lanciati un po’ troppo stimando un tasso di crescita del 2%. Lo stesso Vincenzo Visco si mantiene su toni prudenti. «Ragionevolmente - spiega il viceministro dell’Economia - il Pil crescerà sopra l’1,3% che avevamo previsto, e anche sopra l’1,5% previsto dal Fmi».
Le prossime stime governative arriveranno insieme con la relazione trimestrale di cassa. Quanto alla riduzione delle tasse, Visco non concede molto spazio agli ottimismi. Un taglio delle imposte è possibile «compatibilmente con gli equilibri di bilancio; ma vedo - aggiunge subito - troppo entusiasmo nel voler spendere soldi che non è detto che ci siano. Verifichiamo prima i conti: se non si riduce la spesa pubblica, si resta come prima», conclude.
Intanto, il ministro del Lavoro Cesare Damiano conferma che marzo sarà «il mese buono» per l’inizio del confronto sulle pensioni coi sindacati. Ieri sera, nello studio di Romano Prodi a palazzo Chigi, si è tenuta una riunione sulle pensioni fra il premier, i ministri Tommaso Padoa-Schioppa, Damiano e Santagata e il sottosegretario alla presidenza Enrico Letta. I sindacati hanno chiesto al governo di arrivare al tavolo del confronto con una posizione comune. «Il governo sta perdendo troppo tempo, sulle pensioni siamo in alto mare», accusa il segretario della Cisl Raffaele Bonanni.

«Non abbiamo fretta - ribatte il leader della Uil Luigi Angeletti - quando il governo ci convocherà, noi saremo pronti». Ma Guglielmo Epifani, segretario della Cgil, lancia un ultimatum: «Vogliamo sederci al tavolo per eliminare lo scalone».

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