Due ali di militari commossi scattano sullattenti per salutare, nel silenzio totale, il passaggio delle bare avvolte nel tricolore, trasportate dai camion verdi senza telone e sponde. Camp Invicta, lex caserma sovietica trasformata in base dal contingente italiano a Kabul, accoglie così i primi due caduti nel difficile teatro di operazioni afghano. Ieri è stato il giorno della commozione e dellultimo omaggio al tenente Manuel Fiorito e al maresciallo Luca Polsinelli, uccisi il giorno prima da una trappola esplosiva, durante un pattugliamento a una decina di chilometri dalla capitale. «Saremo stati in 500 ad accoglierli racconta il capitano Massimo Leoni, portavoce del contingente italiano . I ragazzi erano umanamente colpiti, abbattuti. Molti conoscevano le vittime, ma la missione è continuata con tutti i servizi operativi anche durante laddio ai nostri caduti».
La toccante cerimonia è iniziata al mattino, alla grande base della brigata multinazionale di fronte a Camp Invicta, dallaltra parte della polverosa strada alla periferia di Kabul. Un drappello internazionale ha scortato i due feretri e tutte le bandiere delle nazioni della missione Isaf, che sventolano davanti alla palazzina del comando, erano a mezzasta. A Camp Invicta la cappella è troppo piccola per ospitare una cerimonia del genere. I commilitoni dei caduti hanno trasformato nottetempo in camera ardente il cinema di una palazzina, chiamata tappeto volante, perché solitamente è un luogo di svago. Questa volta cera solo dolore davanti a don Sergio, il cappellano militare che ha officiato la messa e benedetto le due bare avvolte nel tricolore. Sopra sono stati appoggiati i cappelli con la penna nera dei due alpini caduti. Il trombettiere ha suonato il silenzio davanti agli alti ufficiali giunti da Roma: il capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, il generale Filiberto Cecchi e il generale Fabrizio Castagnetti, che prima avevano fatto visita ai quattro militari rimasti feriti. Tutti fuori pericolo: solo per il caporalmaggiore Clementini cè stato bisogno di un intervento chirurgico allospedale da campo tedesco.
Intervistato da Combat camera, una squadra di operatori televisivi militari, il caporalmaggiore Salvatore Giarracca ha rivissuto il momento dellattentato: «Abbiamo sentito un forte boato e il mezzo si è capovolto, ma non ci siamo resi conto subito di cosa fosse accaduto». Un ordigno attivato a distanza aveva sbalzato il blindato leggero Puma oltre il ciglio della strada sterrata. «Poi sono giunti i soccorsi, prima i nostri colleghi sullaltro mezzo ha raccontato Giarracca -. E infine gli elicotteri».
I due feriti gravi, che poi purtroppo sono spirati, sono stati evacuati non dai tedeschi, ma dallAB 212 dellaeronautica. Un Ch 47 dellesercito, utilizzato per il trasporto truppe, ha caricato nel pancione sia i feriti più lievi, che gli altri sopravissuti della pattuglia composta da 12 alpini, in gran parte del 2° Reggimento di Cuneo. I feriti ieri mattina sono stati trasportati allaeroporto di Kabul per limbarco su un aereo tedesco che li ha riportati in Italia. Le salme partiranno oggi con un C 130 dellaeronautica militare, che verrà a prenderli per lultimo viaggio verso casa. Nel frattempo un picchetto donore veglierà le bare a Camp Invicta.
Lammiraglio Di Paola ha smentito il collegamento fra lattentato di Kabul e quello di Nassirya della settimana scorsa, che potrebbe prefigurare una vera e propria offensiva del terrorismo islamico contro le nostre missioni allestero. «Lattacco di ieri - ha detto Di Paola - era rivolto contro la coalizione internazionale in Afghanistan. È toccato a noi, ma poteva toccare ad altri».
Il capitano Leoni ha spiegato che nella zona dellattacco il pattugliamento è di routine «affidato anche a militari di altre nazionalità della brigata multinazionale composta pure da ungheresi, portoghesi, tedeschi e francesi».
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