Eleonora Barbieri
Non è stata colpa della tecnologia troppo primitiva, della cultura meno avanzata, dellabilità meno spiccata rispetto al contemporaneo Sapiens Sapiens: luomo di Neanderthal, luomo europeo per eccellenza, è scomparso dalla terra perché era troppo liberale. Si estinto perché non ha previsto la divisione dei sessi: lui doveva occuparsi della caccia, le donne dovevano stare a casa e badare alla prole. Ma lui lha capito troppo tardi.
Così, almeno, sostengono due ricercatori delluniversità dellArizona, Stephen Kuhn e Mary Stimer, che hanno pubblicato il loro studio «Che cosa deve fare una mamma?» sullultimo numero della rivista Current Anthropolgy. Una visione tradizionalista dellevoluzione umana, che ha trovato immediato riscontro nei più conservatori. «La prossima volta che le femministe affermano che non dovrebbero più esserci divisioni fra i sessi - chiude il sillogismo la National Review - chiamatele una manica di paleolitiche che minacciano di mandare indietro lorologio del progresso sociale». Altri, come il paleontologo David Pilbeam, dellateneo di Harvard, hanno definito la teoria «stimolante e meditata».
Kuhn e Stimer hanno identificato così il punto debole delluomo di Neanderthal: ingenuamente, portava con sé moglie e figli durante battute di caccia sanguinose e pericolose, anziché lasciare la famiglia ad aspettare paziente il ritorno del padre con prede e cibo. Intanto, il Sapiens Sapiens, lultimo arrivato, conquistava le pianure europee con una tattica più astuta: nessun rischio per donne e bambini, che rimanevano a casa. Lui si occupava della caccia, la compagna della famiglia. E la dieta più ricca gli ha consentito la sopravvivenza in ambienti diversi.
La prova risiederebbe nei reperti archeologici, che parlano, per i neanderthaliani, di unalimentazione basata soltanto sulla cacciagione, e non su altri cibi, come le noci o i semi macinati. Le tracce lasciate dalla specie Sapiens, invece, lasciano intuire manufatti «familiari» come gli aghi di osso per cucire vestiti, resti di piccoli animali domestici e precari rifugi artificiali: testimonianze di una divisione dei ruoli che, per i contemporanei autoctoni, era ancora sconosciuta. Le donne neanderthaliane, come i loro compagni, partecipavano alla caccia: bisonti, cervi, gazzelle, cavalli selvatici venivano inseguiti e catturati a mani nude, ricorrendo a giavellotti con la punta acuminata. Una tecnica particolarmente pericolosa che - a differenza della caccia con arco e frecce - lasciava segni visibili e dolorosi: e, secondo gli studiosi, proprio la presenza di fratture vistose sui corpi di donne e bambini sarebbe una prova del loro ruolo in queste missioni ad alto rischio.
Luomo di Neanderthal - dicono Kuhn e Stimer - non si era accorto che la donna è langelo del focolare, e ha pagato cara la distrazione: «Il vantaggio competitivo dellHomo Sapiens - sostengono gli antropologi - non veniva soltanto dalle nuove armi e dai nuovi utensili, ma dal modo in cui la loro vita era organizzata in base a una complementarietà di ruoli». Fino ad ora, gli archeologi ritenevano che la nostra specie avesse vinto la battaglia della sopravvivenza grazie alla cultura più raffinata e alla tecnologia ben sviluppata, che consentiva di realizzare armi e utensili migliori. Una cultura che si è espressa nelle prime forme darte (testimoniate, in Europa, dalle pitture di Lascaux e Altamura) e nella pietà verso i propri cari, con le prime sepolture (anche in questo caso, lItalia offre un esempio celebre, con la caverna di Arene Candide, nel Savonese, dove si trova la tomba del «Giovane principe»). Neanderthal e Sapiens hanno convissuto: si sono osservati, incontrati e scontrati. Per la storia non cè stato incrocio: il Dna ha dimostrato che si tratta di due specie geneticamente diverse, ed eventuali figli sarebbero comunque nati sterili.
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