
Davanti alla bara sormontata da fiori bianchi e magenta e gerbere gialle e a 200 persone che hanno riempito la chiesa di San Barnaba, anche alla vigilia di Ferragosto, don Paolo Steffano ieri al termine della funzione funebre per Cecilia De Astis, la 71enne travolta e uccisa da un'auto con a bordo 4 minori rom al Gratosoglio, ha citato anche la canzone "Via del campo" di Fabrizio De Andrè. "Dai diamanti non nasce niente, e sappiamo come va avanti, dal letame nascono i fior e noi qui a Gratosoglio sicuramente non abbiamo diamanti. Ma abbiamo molti fiori, non dimentichiamoli. E se non li vediamo andiamo a cercarli. Non servono gli scatti di rabbia" ha ammonito il sacerdote. Che ha ringraziato Filippo e Gaetano, figli della vittima, che "pur avendo il cuore gonfio non si sono lasciati prendere, come tanti altri. Certo, un po' di indignazione ce l'abbiamo tutti e non può non esserci. Ma non serve la rabbia. Non servono i proclami, né tantomeno lo scaricabarile. È sempre colpa di un altro, di un'altra istituzione. Servono fatti concreti". Ha quindi rivolto un appello a istituzioni e privati a "investire con continuità sulla povertà educativa, sulla scuola, le associazioni sportive, le cooperative di quartiere, le parrocchie". E ha chiuso la funzione con il vicario don Davide Bertocchi chiedendo "a Cecilia da lassù di benedire anche il nostro quartiere, che hai sempre amato". Gesù "con il suo amore, ha insegnato che gli unici nemici sono la morte e il male. Nessuna persona è da considerare nemica, tantomeno bambini ai quali è stata negata l'infanzia e per i quali possiamo solo pregare e sperare che finalmente trovino qualcuno che sappia insegnare loro l'amore che vince il male" ha auspicato don Bertocchi.
C'è tanta rabbia e amarezza però al Gratosoglio. "Non è una morte casuale e poteva benissimo essere evitata - sostiene il figlio Filippo Di Terlizzi fuori dalla chiesa -. Cerchiamo di fare qualcosa come Paese, dobbiamo prevenire questi eventi traumatici. Ci vuole più controllo del territorio, tutti dobbiamo essere messi nelle condizioni di vivere serenamente e senza aver paura di fare una passeggiata o una piccola commissione nel quartiere". I quattro minori "sono dei bambini". Anche se Gaetano, il fratello, aggiunge che "a 12 anni un minimo di coscienza la devi avere, devi sapere cosa è giusto e sbagliato, cosa è bene e male. Dietro ai bambini c'è sempre..." la famiglia. La sorella della vittima, Lina De Astis, durante i funerali ricorda che "insieme abbiamo condiviso grandi dispiaceri ma anche momenti belli che ci aiuteranno a sopportare un dolore misto a rabbia per il fallimento del sistema della società di cui sei stata vittima". Il sindaco Beppe Sala è fuori Milano, a rappresentarlo c'è l'assessore Gaia Romani.
"Gratosoglio - dice - non è un quartiere abbandonato o senza risorse, ci sono tante persone perbene e realtà che si danno da fare tutti i giorni. Non dobbiamo lasciare che i fatti di cronaca coprano e oscurino il loro lavoro. Come istituzione ci concentreremo per fare di più".