da Roma
«Se i precedenti valgono solo quando fa comodo siamo alla barbarie, se il regolamento non si applica per nulla siamo allanarchia».
Lucio Malan è il grande protagonista di giornata, leroe della resistenza «cidiellina», il senatore che ha tenuto in scacco Palazzo Madama con la sua clamorosa azione di protesta e con loccupazione - blindata dagli altri senatori azzurri - del suo scranno parlamentare, scattata dopo lespulsione comminatagli da Franco Marini. Un cartellino rosso provocato da un fallo che merita di essere rivisto alla moviola: Malan si avvicina protestando per la mancata concessione della parola alla presidenza e, da una certa distanza, scaglia il regolamento parlamentare («pesa circa 4 etti» puntualizza) disegnando una morbida traiettoria a palombella. «Ho lanciato il regolamento aperto alla pagina dellarticolo 93 - spiega Malan - ma ho preso la mira due metri più in basso perché cadesse nel corridoio dove si va a votare la fiducia, ben sopra le teste di ministri e sottosegretari. Insomma ho fatto er cucchiaio» ironizza, citando la specialità di Francesco Totti.
Metafore calcistiche a parte Malan ribadisce il suo sconcerto: «Non è mai accaduto che una questione pregiudiziale non sia stata discussa una volta posta. Nemmeno ai tempi del fascismo. Anche se allora non si ponevano neppure le pregiudiziali...». Lironia, in effetti, fa parte del repertorio di questo senatore dai colori anglosassoni (è biondissimo con la carnagione chiara) considerato tra i più brillanti di Forza Italia. E se ieri a lui è stato tributato un apprezzamento bipartisan dai suoi colleghi senatori per la forte tenuta del sistema renale (al trasferimento delle vettovaglie dalla bouvette in aula hanno provveduto i suoi compagni di partito) in passato è stato lo stesso Berlusconi a ricorrere a questo senatore di religione valdese, giunto alla sua terza legislatura. Lo ha fatto per avere dettagliati progetti di legge su premierato forte e modifica della par condicio.
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