Un angelo troppo curioso che cade dalla sua nuvola e un ragazzo nero che lo soccorre in un angolo dell'altopiano etiopico. «L'angelo capovolto» (Rai Eri), l'ultima fatica letteraria di Lea Pericoli, è ambientato in Etiopia, dove l'ex campionessa di tennis e giornalista ha trascorso parte della sua infanzia. È una favola - o meglio, sono undici favole - che non privandosi degli ingredienti tipici del racconto fantastico (regine, grilli innamorati, stelle che vogliono diventare fiore) vuole però parlare ai grandi.
«Attraverso queste favole racconto la mia vita - ha spiegato l'autrice -. Ho avuto la fortuna di abitare sugli altipiani dell'Etiopia, sono cresciuta in un college inglese e mi sono avvicinata al mondo dello sport. Volevo sempre vincere. Il tennis mi ha insegnato una cosa straordinaria: che un 15 alla volta, un passo alla volta, si arriva molto lontano. Lo sport mi ha aiutato anche a superare la malattia. Poi ho avuto la fortuna di essere allieva di Montanelli al Giornale, mi ha insegnato moltissimo. In questo libro ci sono tutti i conflitti della vita, ma vissuti da tante piccole creature. In ogni favola, però, c'è un filo di speranza. Lo sport è un grande maestro di vita quasi più della religione».
Proprio per i trascorsi sportivi dell'autrice, «L'angelo capovolto» ha ricevuto il suo battesimo con la stampa nella casa dello sport italiano, alla presenza del presidente del Coni Gianni Petrucci. «Lea è una delle grandi personalità dello sport - ha spiegato Petrucci -. È entrata in punta di piedi e non ha mai reclamizzato se stessa e i risultati. È estroversa, ma con molta sensibilità. Ha sempre rappresentato con classe non solo il mondo del tennis, ma tutto lo sport italiano. Intorno a Lea ci sono persone che la stimano. Questo libro rappresenta uno spaccato della sua vita, che di per sè rappresenta la tua storia».
A rappresentare l'editore, c'era il vice direttore generale della Rai, Gianfranco Comanducci: «Lea Pericoli è un esempio di testimonial sportivo, ma è anche una giornalista di tennis importante, una persona che entra in punta di piedi e ci racconta spesso grandi verità. Ci riconduce a un tratto essenziale di essere giovani: è importante essere curiosi perchè con la curiosità si rimane giovani. Come Rai dobbiamo profondere i valori sportivi, veri, e trasmetterli ai nostri ragazzi».
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