La Lazio si tiene di riserva Cruz «Ma se mi fanno entrare...»

RomaQuando è arrivato a Roma per le visite mediche di rito, mancava solo che cantasse l’inno della Lazio. Sì, perché Julio Cruz è entusiasta della nuova avventura, iniziata a Pechino questa settimana. Una scelta di continuità, quella di «El Jardinero», che ha preferito rimanere in Italia piuttosto che accettare, tra le tante, l’offerta dei greci del Panathinaikos, squadra con la quale avrebbe disputato i preliminari di Champions League.
Cruz si è legato alla Lazio per una stagione con un ingaggio di tutto rispetto (1,6 milioni più i premi). In più, se vorrà continuare a giocare per un altro anno con i biancocelesti, avrà la possibilità di avvalersi di un’opzione che farà scattare automaticamente un altro anno di contratto alle stesse cifre. Persone vicine a Cruz assicurano che sia stato proprio questo l’aspetto decisivo per scegliere la Lazio e non la Roma, che gli aveva fatto una proposta simile, ma di un solo anno. D’altronde, a lui la Città Eterna è sempre piaciuta, tanto che ha rivelato ai suoi amici più stretti di essere molto felice per la decisione proprio perché la capitale l’ha sempre vissuta da semplice turista. «Adesso avrò l’occasione di viverci e conoscerla ancora meglio perché so che lo merita», la confidenza dopo aver firmato il contratto. «Molte squadre erano interessate a me, la Lazio però è stata la società che mi ha voluto fortemente e mi cercato con più convinzione, il presidente Lotito ha fatto di tutto per portarmi qui - ha sottolineato Cruz nella prima conferenza stampa in biancoceleste -. Sono molto contento di aver avuto questa opportunità, ora cercherò subito di entrare nelle grazie dei sostenitori». In parte lo ha già fatto scegliendo la maglia numero 74, non solo il suo anno di nascita, ma quello del primo scudetto biancoceleste. Adesso si attendono i gol nel derby con i cugini giallorossi: «Ne ho giocati tanti, ma mi hanno detto che questo è il più affascinante, non vedo l’ora che arrivi il giorno».
Oggi la prima sfida ufficiale, proprio contro l’Inter, la squadra dalla quale ha divorziato alla fine di luglio dopo un rapporto durato sei stagioni. Arrivò a Milano nell’estate del 2003 per sostituire Crespo, segnò alla sua prima partita di Champions ad Highbury contro l’Arsenal. Ma molte delle reti in nerazzurro sono state realizzate entrando dalla panchina. E nell’ultimo campionato, pur schierato da Mourinho con il contagocce, ha segnato tre gol decisivi con Lecce e Udinese in campionato e Anorthosis Famagosta in Champions. Oggi nello stadio Nido d’Uccello di Pechino non sarà però in campo dal primo minuto: Ballardini ha grande considerazione dell’argentino, un attaccante alto e forte di testa come lui aveva richiesto alla società, ma gli preferirà capitan Rocchi. «Cruz sta abbastanza bene, ma ha nelle gambe pochissimi allenamenti con i compagni e non è ancora al top della condizione. E contro i nerazzurri si deve fare una grande partita di squadra», la considerazione dell’allenatore. Che sceglierà il modulo con il rombo di centrocampo e con Matuzalem vertice alto alle spalle della coppia di attacco Zarate-Rocchi.
«L’Inter? Non voglio pensarci troppo, devo affrontare questa gara consapevole che si tratta di una finale - sottolinea Cruz, per il quale è previsto comunque un impiego nel secondo tempo -. Mi fa piacere sicuramente rivedere i miei ex compagni, ma per questa partita saranno miei avversari. E il mio obiettivo è quello di portare più in alto possibile la Lazio». Il bomber di Santiago sa bene qual è la strada più breve per centrare lo scopo. Vuole bruciare le tappe, giocare e riprendere a segnare con la continuità che ha contraddistinto la sua carriera.

I suoi numeri parlano chiaro: tra Banfield, River Plate, Feyenoord, Bologna, Inter e Nazionale ha collezionato 512 presenze, realizzando 191 gol, 76 dei quali nel campionato italiano. «In questo periodo - ha spiegato Cruz qualche giorno fa a Pechino - mi sono allenato da solo, ora cercherò di ritrovare subito la condizione giusta». I tifosi della Lazio sono fiduciosi.

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