L'estrema unzione cancella la multa

da Foligno (Perugia)
Rischia di subire «un danno grave e irreparabile» il credente cattolico che non possa ricevere in punto di morte l'unzione degli infermi. È la motivazione con cui un giudice di pace di Foligno ha annullato una multa per eccesso di velocità a un frate che si stava recando a somministrare il sacramento, riconoscendogli lo stato di necessità. Il religioso venne multato dalla polizia municipale folignate il 13 novembre scorso perché procedeva con la sua Polo a 106 chilometri orari su una strada dove il limite era di 50, come accertato dall'autovelox. Nel ricorso al giudice di pace padre S., frate minore francescano polacco, ha sostenuto che si stava «recando con urgenza, nella sua qualità di ministro del culto cattolico, al capezzale di un moribondo per impartirgli l'estrema unzione». Ha quindi chiesto il riconoscimento dello stato di necessità e l'annullamento del verbale.
Istanza accolta dal giudice di pace, l'avvocato Luciano Cicioni. Questo, motivando la sua decisione, ha ricordato che lo stato di necessità è stato istituito per escludere la responsabilità quando l'illecito sia commesso per salvare sé o gli altri da un non altrimenti evitabile pericolo.

Osserva poi che quest'ultimo «non deve necessariamente essere concreto e obiettivo, ma basta che sia senza colpa supposto e percepito». Per il giudice un sacramento è proprio il caso della percezione che un credente ha dell'estrema unzione.

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