Letteratura

La bio con tutto (o quasi) Lou Reed

Un volume ponderoso ma molto piacevole. Ora occorre studiare gli ultimi anni

La bio con tutto (o quasi) Lou Reed

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La bio con tutto (o quasi) Lou Reed

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Fondata sul materiale (documenti, foto, nastri) messo a disposizione dagli eredi, Will Hermes ha scritto Lou Reed. The King of New York (minimum fax, traduzione di Chiara Veltri e Paola De Angelis, pagg. 771, euro 28). Lou Reed meritava un lavoro piacevolmente monumentale come questo. C'è in effetti quasi tutto quello che il neofita, ma anche il fan incallito, si aspetta di trovarci: il rapporto difficile con la famiglia, l'elettrochoc, la Syracuse University, le lezioni del poeta Delmore Schwartz, l'incontro con un giovane talento gallese chiamato John Cale, la nascita dei Velvet Underground, il sodalizio con Andy Warhol, l'ingresso nella band della algida Nico, quattro album leggendari, la carriera solista, David Bowie, l'abuso di alcol e pasticche, gli scontri con l'industria discografica, l'amore con la bella Rachel, in realtà un ex carcerato abile col coltello, la passione serena e duratura per Laurie Anderson, la pratica delle arti marziali. Nonostante la mole, il libro si legge con grande piacere.

È il lavoro più completo apparso su Lou Reed, ma purtroppo non colma la lacuna più evidente anche in opere encomiabili come queste. Bisognerà tornare sugli ultimi anni di Lou Reed (1942-2013) dal punto di vista artistico. Il Tai chi, grande esercizio di equilibrio non solo fisico, e Laurie Anderson, grande inventrice di suoni, hanno causato una nuova primavera all'insegna della sperimentazione. Questa rinascita è caduta nell'oblio ma c'è da scommettere che non ci resterà a lungo. Così come c'è da scommettere che lo sbertucciato album Lulu (2011), realizzato con i Metallica, presto seguirà la sorte di Berlin (1973): da noiosa tortura per le orecchie a capolavoro. Negli ultimi anni, Lou pubblica Live at the Stone (2008), un disco dal vivo con Laurie e sua maestà John Zorn, re di tutte le avanguardie. Si è sempre detto, a torto, che Metal Machine Music (1975), fosse solo un oceano di rumore pubblicato per fare uno scherzo alla casa discografica. Non la pensa così il rispettatissimo ensemble di musica classica Zeitkratzer che fornisce una versione eccezionale di Metal Machine Music. A Lou piace e accetta di esibirsi con gli Zeitkratzer nel 2007.

Il concerto finisce su un disco sconosciuto ai più (Zeitkratzer and Lou Reed, Metal Machine Music). A questo punto però Reed comincia a pensare a un tipo di musica che possa conciliare il rumore, l'improvvisazione e la meditazione. Prima ne esce un album, Hudson River Wind Meditation (2007).

Poi ne esce una nuova band, il Metal Machine Trio, che incide il capolavoro della maturità di Lou, The Creation of the Universe (2008).

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