Letteratura

Il calcio come inclusione, nel libro dei PirlasV

Gli youtuber dedicano alle nuove generazioni un libro "sul campo" "Tutti Pari! Un calcio ai pregiudizi" (Electa Junior), in cui insegnano la bellezza dellinclusione e della sana competizione

Il calcio come inclusione, nel libro dei PirlasV

Anche una sfida di calcio può spogliarsi del significato esclusivo di competizione, e vestire quello positivo di inclusione. C'è chi come i PirlasV riescono in questo intento con il libro Tutti Pari! Un calcio ai pregiudizi (Electa Junior), in un periodo in cui questo sport è spesso visto soltanto a scopo economico, e i mondiali con tutte le polemiche che si sono portati dietro ne sono un esempio. Otto variegate e colorate squadre si sfidano nel torneo under 18 di street calcetto lanciato con un video sul loro canale YouTube, e si trovano a confrontarsi con lo strano rapporto che esiste fra competitività e sportività, fra amicizia e rivalità. Dopo una fase eliminatoria ad alto tasso di adrenalina, la finale del torneo vede di fronte gli idoli locali dei Griffe - supportati da genitori disposti a tutto pur di prevalere - e il colorato team italo-africano degli Extra Size. Quando la sfida arriva ai rigori i ragazzi si trovano di fronte a un dilemma: dare un calcio al pallone o ai pregiudizi? I PirlasV sono un gruppo composto da due fratelli bolognesi, Pierino e Gnabrii (Pier Francesco e Gabriele Gentili), attorno a cui ruota una vera e propria crew di ragazzi e ragazze. Con i loro video di challenge, spesso a tema sportivo e soprattutto calcistico, si fanno ben presto conoscere sui social network, seguiti da due milioni di follower. Li abbiamo incontrati.

In questo momento, coi mondiali più criticati della storia, il calcio sta mostrando il suo lato più brutto, quello esclusivamente commerciale. Nel vostro libro insegnate l'esatto contrario. Da dove si parte per vincere questa partita?

"Il calcio per noi è sempre stato un modo per esprimere la nostra felicità, le emozioni che si provano quando si gioca sono uniche, soprattutto quando si è in compagnia di persone che condividono la tua stessa passione. Probabilmente questi mondiali con il passare degli anni hanno sempre più ignorato questo sentimento che si prova sin da bambini, un evento del genere deve ricordare al mondo i veri valori che questo sport trasmette, senza dare rilevanza solo al lato commerciale"

In che modo l’adrenalina diventa positiva anziché violenta?

"Nella realizzazione di ogni video sul nostro canale si parte dal presupposto che si sta giocando, un gioco in cui non conta chi vince o chi perde, conta intrattenere e creare un prodotto (il video) a cui possano attingere negli anni a venire, generazioni di ragazzini, per questo deve essere il più divertente possibile e far appunto diventare positiva l’adrenalina. Se il video viene così, la vittoria appartiene a tutti coloro che ne hanno preso parte, contribuendo alla sua realizzazione. Perché per avere armonia, bisogna giocare e ridere insieme! Impossibile in questo modo generare violenza"

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Che insegnamento avete voluto portare col vostro libro?

"Lo stesso identico messaggio che cerchiamo di portare sul nostro canale YouTube in ogni nostro video, ovvero che l’unione fa la forza. Che un mondo in cui si costruiscono ponti è molto più bello rispetto a un uno in cui si costruiscono muri. Che il gruppo vale più del singolo, e che all’interno possono convivere benissimo persone di diversa origine, cultura, colore della pelle, sesso e religione. La diversità non deve essere qualcosa che divide, bensì un punto di forza all’interno di un gruppo. È proprio questa che rende colorato e vario il nostro mondo, non l’esclusione"

Come può lo sport far superare la differenze?

"Sport vuol dire divertimento. Non c’è nulla di più bello di conoscere persone nuove mentre ci si diverte. Lo sport è inclusione, ed è proprio il nostro comune pensiero comune che divertirsi insieme è il modo migliore per non dare peso alle differenze che caratterizzano ognuno di noi. Perché in fondo abbiamo tutti delle diversità, ma la sostanza è che siamo tutti esseri umani, persone che respirano allo stesso identico modo e che abitano lo stesso pianeta. Anche il tifo può aiutare a far superare le differenze, proprio perché c’è lo sport di mezzo e lo sport, a nostro parere, unisce più di qualsiasi altra cosa".

Come si fa a rendere più concreto il vostro motto #BiancoNeroDifferenzaZero?

"Per dare veramente un peso e un’efficacia ad uno slogan, bisogna rendere le parole oggetto concreto e rdimostrarlo con i fatti. Il modo in cui noi realizziamo nei fatti questo motto è organizzare eventi, realizzare contenuti, in cui persone di qualsiasi origine e colore della pelle partecipino. Nei nostri video in particolare coinvolgiamo moltissimi ragazzi che sono dei personaggi molto divertenti, il tutto senza considerare o selezionare oviamente in base alla loro carnagione. Il nostro canale è un mondo di inclusione e facciamo sempre del nostro meglio affinché il nostro motto #BiancoNeroDifferenzaZero venga recepito perfettamente da ognuno di loro".

Nel libro ponete dilemma: dare un calcio al pallone o ai pregiudizi? Si possono fare entrambe le cose?

"Sì, anche solo calciando un pallone con i propri amici senza escludere nessuno può significare a dare un calcio ai pregiudizi, perchè il calcio è un forte strumento di unione, che se utilizzato nella maniera giusta può creare legami incredibili distruggendo qualsiasi pregiudizio.

L’importante è non fare discriminazioni, non c’è cosa più bella che condividere momenti unici facendo attività fisica; ed il calcio è una grossa testimonianza di unione e divertimento".

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