Durante il Sessantotto trovò spazio per la Chiesa

Al Centro Charles Péguy, tra il 1969 e il 1970, don Giussani tiene le undici lezioni che ora sono state raccolte nel volume

Durante il Sessantotto trovò spazio per la Chiesa
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Negli anni impetuosi e complessi seguiti al Sessantotto, dopo aver lasciato la guida di Gioventù Studentesca, don Luigi Giussani (1922 - 2005) frequentava con assiduità il Centro culturale Charles Péguy di Milano. Centro che era stato fondato nel 1964 da un gruppo di laureandi, laureati e assistenti universitari.

Questa sua costante presenza segna l’inizio di quella realtà che, da lì a poco, avrebbe assunto definitivamente il nome di «Comunione e Liberazione».

Proprio al Centro Charles Péguy, tra il 1969 e il 1970, don Giussani tiene le undici lezioni che ora sono state raccolte nel volume Un volto nella storia. Il compito della Chiesa nel mondo (1969 – 1970) edito da Rizzoli e con la curatela di Davide Prosperi.

Il sacerdote si rivela, anche e soprattutto in quel momento storico incandescente, capace di indicare, con carisma e lucidità, una via di speranza e verità per l’uomo contemporaneo. Come si evince anche dall’anticipazione che pubblichiamo in questa pagina per gentile concessione dell’editore, invece di proporre una fuga spiritualistica o una soluzione ideologica ai problemi del suo tempo, don Giussani indica, infatti, nella Chiesa – intesa come luogo vivo della comunione cristiana – la sorgente di ogni autentico tentativo umano di rispondere al bisogno di verità, giustizia, amore e libertà.

Secondo il sacerdote solo nella comunione cristiana possiamo sperimentare la liberazione, cioè l’avvento di un mondo più umano.

Sforzandosi di leggere tra le crisi e lisi del suo tempo, Giussani scorge nel fermento del Sessantotto non solo un’ondata di contestazione, ma una sete di autenticità e la spinta al rinnovamento che animano quella generazione.

Un volto nella storia (pagg. 272, euro 17) è un documento vivo e sorprendente.

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