L'importanza di chiamarsi Erin Doom: quanto conta lo pseudonimo?

L'autrice da 700 mila copie esce dall'anonimato. Dal 16 maggio in libreria con Stigma, Erin Doom oggi è una tra le scrittrici più in voga tra i booktoker

L'importanza di chiamarsi Erin Doom: quanto conta lo pseudonimo?

Cos’è lo pseudonimo? È una parola che deriva dal greco antico e sta a significare il nome fittizio, diverso da quello anagrafico, che viene utilizzato in special modo da scrittori e cantanti come espressione della loro vena artistica. Non è solo un fenomeno contemporaneo e legato esclusivamente al linguaggio del web, fin dal XIX secolo si parla di attori e letterati che si "nascondevano" dietro un nome falso per preservare la loro arte. Tanto da essere utilizzato anche nel mondo dello sport. Oggi e nella cultura moderna ci sono diversi uomini e donne di spettacolo che utilizzano un nome falso per presentarsi al grande pubblico, ma è nella narrativa rosa e quella dedicata ai più giovani che si nota un proliferare di autori e autrici che preferiscono nascondere la loro vera identità per poter pubblicare storie di ampio respiro e con temi fuori dal comune. Non è una moda dettata da chissà cosa ma è semplicemente un fenomeno che, oramai, è una parte integrante della cultura pop mondiale. Sotto falso nome, ad esempio, in passato, hanno scritto autori del calibro di Stephen King, Alberto Moravia e molti altri. E nell’era della letteratura che corre veloce tra i fili dei social, soprattutto su TikTok, è importante aprire una parentesi su quanto sta accadendo con Erin Doom.

È una giovane autrice che è implosa nel panorama letterario contemporaneo proprio grazie ai social network, diventando una delle scrittrici più celebri degli ultimi anni. Il suo libro, Il fabbricante di lacrime, pubblicato da Magazzini Salani, è stato il più venduto nel 2022. Di Erin Doom fino poco tempo fa si sapeva ben poco. Di lei hanno parlato le sue storie, ma, alla luce di un successo che è continuato a crescere a vista d’occhio, l’autrice è stata quasi costretta a uscire dall’anonimato e a rivelare il suo viso e il suo vero nome di fronte al pubblico. Un’ottima strategia che, di sicuro, permetterà a Stigma – il nuovo romanzo pubblicato il 16 maggio – di veleggiare altro nelle classifiche di vendita e nel cuore dei lettori.

Chi è Erin Doom, l’autrice che ha "segnato" una generazione

Oggi non è più un segreto la sua identità. A sorpresa, nella puntata di Che Tempo che Fa andata in onda in onda domenica 14 maggio, Erin Doom è uscita definitivamente dall’anonimato e ha mostrato il suo volto al pubblico. Altri non è che Matilda, una ragazza di appena trent’anni che, con tanta caparbietà e un po' per gioco, ha perseguito il sogno di diventare una scrittrice. Ha studiato alla facoltà di Giurisprudenza ma era di notte che lasciava librare la sua vena creativa. Il primo romanzo è stato pubblicato, a puntate, sulla piattaforma gratuita di Wattpad, poi è approdato su Amazon (sotto etichetta indipendente) e alla luce di un grandissimo riscontro da parte del pubblico, Erin Doom è stata contatta da Magazini Salani (la stessa casa editrice che, tra l’altro, ha portato in Italia di libri di Harry Potter) per una riedizione del suo primo libro. Un successo che è andato ben oltre le aspettative dato che si parla di ben 700mila copie vendute, di una traduzione in 18 paesi e di un film, ispirato a Il fabbricante di lacrime, che è tutt’ora in lavorazione. I testi della Doom sono molto semplici, schietti e sinceri. Puliti, proprio come la sua immagine e hanno trovato spazio tra il pubblico proprio perché le sue parole hanno trovato il coraggio di raccontare gioie e dolori dei giovani di oggi.

Dal Fabbricante di lacrime a Stigma

"Un esordio che accarezza il cuore" così è stato definito il primo romanzo di Erin Doom. Era già un successo prima che fosse acquistato da una casa editrice ma, grazie al passaparola sul web, il libro è balzato in vetta alle classifiche diventando uno tra i più letti del 2022. Dal Fabbricante di Lacrime, storia fantasy con una storia d’amore molto coinvolgente, ha fatto seguito Nel modo in cui cade la neve che, sfruttando un archetipo narrativo di tutto rispetto, l’autrice ha svelato tutte le sue innate capacità di scrittrice. Con Stigma, in libreria dal 16 maggio, Erin Doom pur non uscendo dalla sua confort zone e senza lasciare i temi a lei cari, costruisce un romanzo d’amore bello e tormentato, molto attuale nei temi, ambientando la vicenda in un club esclusivo e di lusso che nasconde molto bene i suoi segreti. Nelle quasi 700 pagine (di cui forse qualcosa poteva essere tagliato per snellire certi passaggi), la Doom non perde per un attimo la sua creativirà, tessendo una trama complessa e per nulla banale.

Narrativa fantasy con un pizzico di romance

Dicevamo, storie sincere quelle scritte da Erin Doom che spaziano tra diversi generi come il fantasy urbano – ovvero un racconto di magia ma ambientato in un contesto moderno – che si miscela con il più puro tra i racconti di formazione. I suoi personaggi, infatti, sono belli, dannati e con tanta voglia di vivere. Non una novità sul genere, questo è pur vero, dato che prima di lei ci sono una sfilza di romanzi – come After e affini – che più o meno si focalizzano su gli stessi problemi legati al passaggio verso l’età adulta. È il modo che fa la differenza. Erin Doom ha uno sguardo critico e disamorato sul mondo che stiamo vivendo, ma possiede anche una penna molto descrittiva che proietta il lettore proprio all’interno della storia, come se vivesse tutto in prima persona. Certo, alcuni passaggi risultano ampollosi, ripetitivi, ma questo non toglie nulla alla bellezza della storia in sé.

Un successo a cui non sono mancate le critiche

Amata da tutti, sia da ragazzi che ragazze, con una community che solo su Instagram conta più di 70mila follower. Ma al un successo così raggiante non sono mancate le critiche accese, che si leggono in lungo e in largo sui social. Alcuni sono rimasti delusi dall’aspetto dell’autrice, perché ben lontana dai personaggi che ha caratterizzato; altri, invece, più che altro hanno criticato il suo modo di scrivere e il fatto che sia una scrittrice mediocre e che ha trovato largo consenso solo grazie ai video virali su TikTok. La verità sta nel mezzo. Una cosa è certa: il fenomeno di Erin Doom è inarrestabile e, di sicuro, non sarà passeggero.

L’importanza di scrivere sotto pseudonimo

Una parte di questo successo, però, non è dovuto solo a un proliferare di storie di ampio respiro, che parlano a noi e di noi, ma di sicuro, Erin Doom ha costruito tutta la sua carriera proprio grazie al nome d’arte e al fatto che si è saputa nascondere molto bene tra i fili del web, vendendo di fatto un’immagine che, nella realtà, è totalmente diversa. Ma c’era bisogno di nascondersi sotto un nome falso? Forse, la risposta a questa annosa domanda è più semplice di quanto si possa pensare. Nei libri e ciò che un autore scrive è impossibile non trovare una parte del suo vissuto. È così. Non si può negare.

Il voler nascondersi significa mettere al sicuro quella parte della nostra vita che, inevitabilmente, finisce dentro un romanzo. Preservare ma non cancellare. Camuffare la verità ma non cancellarla. E se scrivere sotto uno pseudonimo può aiutare in qualcosa, allora non è poi così sbagliato nascondersi tra le pagine di un libro.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica