Letteratura

Quella ricerca della spiritualità nel nuovo romanzo di Andrea De Carlo

La storia di un legame speciale e indissolubile raccontata nel nuovo romanzo "Io, Jack e Dio" (La Nave di Teseo) in cui la ricerca della spiritualità regna sovrana

La ricerca della spiritualità nel nuovo romanzo di Andrea De Carlo

Andrea De Carlo col suo nuovo romanzo ci invita a riflettere sul fatto che nel corso della nostra esistenza spesso tediamo ad accettare e fare nostre abitudini, conoscenze e comportamenti legati alla spiritualità senza metterli in discussione ma solo perché ce li hanno fatti acquisire sin dall’infanzia o a scuola.

Crescendo rimangono radicati in noi sino a quando ci sono eventi o incontri che ci aiutano ad acquisire consapevolezze nuove che ci consentono di rielaborare e analizzare senza filtri il nostro bagaglio esperienziale. È questo uno dei tanti insegnamenti che si possono cogliere dal suo nuovo libro Io, Jack e Dio edito da La Nave di Teseo. Quella scritta da De Carlo è una storia d’amicizia non ordinaria in cui amore e spiritualità si intrecciano a tal punto da creare un mosaico denso e vivace di emozioni tutte da esplorare e nelle quali perdersi per ritrovare le tracce del proprio vissuto emozionale.

In questa, storia narrata ad arte, che terrà incollato il lettore sino alle ultime pagine, sarà facile identificarsi perché ancora una volta De Carlo ha creato dei personaggi speciali ben delineati psicologicamente e dalla forte personalità e verve creativa. La storia è narrata dal punto di vista di Mila, un’illustratrice che sta vivendo una profonda crisi esistenziale nella quale tutto viene messo in discussione in seguito alla morte accidentale del suo fidanzato. È proprio durante il funerale di quest’ultimo che in chiesa, come se fosse frutto della sua immaginazione Mila vede materializzarsi davanti a lei, Jack, il suo grande e migliore amico di cui non aveva più notizie da circa sette anni. Ciò che la rende basita è rivederlo nelle vesti di un frate. È l’ultima persona che lei vedrebbe rivestire un ruolo di questo genere perché Jack è sempre stato sin dall’adolescenza uno spirito libero e ribelle animato da ideali spesso in contrapposizione con quelli declamati dalle istituzioni, in primis la Chiesa.

Mila cerca di riavvicinarsi a Jack e di superare il risentimento e la rabbia legati alla sua scomparsa improvvisa. In quegli anni di assenza Jack in seguito ad un periodo buio della sua esistenza si è dedicato alla ricerca spirituale e si è aggregato ad un gruppo di frati e fratesse, unico nel loro genere capeggiati da Fra Maximin il cui obiettivo è quello di prendere le distanze dalla religione istituzionalizzata e avviare una serie di conversazioni presso il convento di San Firmiano a Lungamira, completamente rimesso completamente a nuovo grazie alle loro competenze e abilità. Incuriosita dalla nuova vita di Jack Mila comincia a frequentare queste conversazioni che le faranno acquisire nuove conoscenze e soprattutto le animeranno tanti dubbi e domande sul concetto di fede e religione. Presto il gruppo di frati e fratesse saranno bersaglio di rappresaglie da parte di gente sconosciuta alla quale il loro modus operandi non sta a loro a genio perché in contrapposizione con quello istituzionale. In esse anche Mila sarà coinvolta perché non riuscirà più a distaccarsi da Jack e per il quale scoprirà di provare qualcosa di più dell’amicizia, un sentimento che entrambi avevano messo a tacere per troppi anni ormai e che ha bisogno di emergere ed essere vissuto a pieno in questa fase della loro esistenza. Il loro amore sarà ostacolato dalla fede di Jack e dalle responsabilità e dall’impegno che ha preso nei confronti della sua comunità di frati.

Io, Jack e Dio è una vera e propria celebrazione dell’amicizia pura e speciale, quella che si instaura tra due anime che condividono tante passioni, interessi ed esperienze significative nel corso del proprio percorso di evoluzione. De Carlo ci fa riflettere sul potere di quei legami che sono in grado di rimanere indissolubili nonostante le distanze e le difficoltà. Sono questi “incontri speciali” che vanno salvaguardati e che ci aiutano a vivere con una marcia in più facendoci sentire meno soli. Attivano una sorta di rispecchiamento grazie al quale rintracciare parti del nostro essere e imparare a diventare persone migliori.

In questo romanzo De Carlo affronta una tematica molto delicata, ossia quella del bisogno quasi innato di ogni uomo di ricercare la presenza di un’entità superiore in grado di guidarlo e di dare spiegazione a fenomeni che non riesce a definire. Lo fa in maniera obiettiva e divulgando quelle verità che spesso vengono messe a tacere perché ritenute scomode. Queste aiuteranno il lettore ad acquisire tante nuove consapevolezze e riflettere sull’origine e il significato di dogmi, convenzioni sociali e abitudini che bisogna conoscere a fondo prima di farli propri. Questo romanzo fornisce tanti spunti di riflessione esistenziali.

Un romanzo di formazione veramente completo in cui vi sono tutti gli ingredienti di cui noi esseri umani abbiamo bisogno di cibarci per sentirci vivi e speciali nel costruire quello che è il nostro divenire in cui non deve mai mancare la capacità di porci domande e dubbi.

Un romanzo consigliato a chi ama quelle storie che lasciano il segno e che dopo la loro lettura ti guidano ad osservare e analizzare la realtà con occhi diversi, arricchendoti nel profondo.

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