Letteratura

“Ho sbagliato”: così Houellebecq fa retromarcia sull’Islam

La svolta di Houellebecq sull'islam: "Basta con questa ossessione dell’assimilazione forzata. Nelle banlieue il problema è la delinquenza, non l’Islam"

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Il grande ritorno di Michel Houellebecq. Lo scrittore francese, reduce dalle recenti polemiche circa le sue frasi sui musulmani e la querelle sul suo film pornografico, sta per pubblicare un nuovo libro intitolato "Quelques mois dans ma vie" ("Qualche mese nella mia vita"), in uscita il 26 maggio in contemporanea in Francia e in Italia rispettivamente per Flammarion e per la Nave di Teseo. L'intellettuale anticonformista, autore di bestseller come "Sottomissione" e "Le particelle elementari", torna con centoventi pagine potenti e cupissime in cui parla dei due eventi che hanno recentemente sconvolto la sua vita: il suo litigio con il Rettore della Moschea di Parigi e i guai con la giustizia olandese dopo la storia dei video erotici girati a Parigi e Amsterdam.

Intervistato dal Corriere della Sera osserva, per quanto concerne il rapporto con l'islam, di aver "preso coscienza che certe cose sono dettagli. Non me ne importa nulla che le donne indossino il burkini in spiaggia, o che ci siano le macellerie halal, basta con questa ossessione dell’assimilazione forzata, basta con il modello ripetuto allo sfinimento degli italiani e polacchi che hanno saputo diventare francesi". Non sono più d’accordo, dice, "con certe idee dei miei amici di destra". Nelle banlieue, afferma, "il problema è la delinquenza, non l’Islam". Resta il pericolo che "una piccola minoranza provochi una guerra civile". In passato, sottolinea, "è già successo, con le rivoluzioni francese e russa".

Il nuovo libro dello scrittore francese

Sul tema dell'intelligenza artificiale, Houellebecq spiega di non temerne lo sviluppo: "Non mi fa paura. Non condivido gli allarmismi. Da grande appassionato di fantascienza - racconta al Corriere -mi affascina l’idea di potere parlare un giorno con gli extraterrestri e adesso con l’intelligenza artificiale. L’opera da citare in questo ambito è il classico Ciclo dei Robot di Isaac Asimov". Quanto alla diatriba sulla pubblicazione del film porno del collettivo olandese che lo vede protagonista, l'intellettuale francese spiega che non poteva ignorare la questione con una semplice scrollata di spalle.

Sarebbe stato "un atteggiamento punk" dichiara. "Ma io non sono mai stato punk. Ho sempre amato i Pink Floyd, non i Sex Pistols. Gli anni Settanta sono stati un grande periodo in Francia, tutto andava bene… Non abbiamo avuto gli Anni di piombo come voi in Italia. Ogni tanto mi riguardo i Pink Floyd a Pompei, magnifico". Houellebecq afferma di essere stato "ingannato" dal collettivo. Appena sceso alla stazione ferroviaria di Amsterdam, racconta, "c’era stato un cameraman che ha cominciato a filmarmi senza neanche dirmi buongiorno. Davanti alla cinepresa ho dato qualche bacio a Isa, che nel libro chiamo l’Oca, sono le immagini finite nel trailer senza il mio permesso. Quei giorni ad Amsterdam sono stati spaventosi, mi sono fidato di gente senza scrupoli".

Le polemiche

Nei mesi scorsi, lo scrittore, dall'inconfondibile stile corrosivo e provocatorio, era finito al centro delle polemiche per una lunga intervista con Michel Onfray pubblicata all'inizio di dicembre sulla rivista Front Populaire, dove il filosofo e lo scrittore avevano duramente criticato l'avanzata dell'islam nelle società occidentali. La polemica sorta dalle dichiarazioni di Houellebecq sull'islam aveva addirittura spinto il governo a intervenire sul tema. Inizialmente denunciato dalla Grande Moschea di Parigi per le sue esternazioni, la denuncia è stata poi ritirata grazie alla mediazione voluta dal rabbino capo di Parigi, che dalle colonne di Le Figaro ha proposto un incontro tra il rettore della Grande Moschea e lo stesso Houellebecq.

E così, dopo un incontro cordiale davanti a un caffé, la polemica è finalmente rientrata. Nel febbraio scorso, inoltre, aveva dato mandato ai suoi avvocati di intraprendere "tutte le possibili azioni amichevoli e contenziose, sia civili che penali" per impedire la pubblicazione e diffusione del film pornografico di Kirac 27. Motivo? Secondo lo scrittore e la moglie, come riporta Le Figaro, il contenuto della pellicola girata dal collettivo olandese sarebbe diffamatorio. Qualcosa fra il collettivo olandese e lo scrittore è andato storto. Houllebecq e la moglie avevano "scoperto con sgomento e disgusto" che il trailer di Kirac 27 conteneva "dichiarazioni che li coinvolgevano, gravi e false, ledendo violentemente la loro dignità".

Causa che, tuttavia, lo scrittore ha poi perso in tribunale.

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