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Le lettere bollenti di De Roberto alle amanti

Focoso, hard, maneggione. E anche un po’ sadico. È il ritratto inedito di uno scrittore e soprattutto di un uomo quello che emerge dalle lettere indirizzate da Federico De Roberto (1861-1927) a due amanti: la milanese Ernesta Ribera Valle e la romana Pia Vigada Moschet. I due epistolari sono stati ritrovati in archivi privati dalla professoressa Sarah Zappulla Muscarà, ordinario di Letteratura italiana all’Università di Catania, la quale sta curando l’edizione critica delle corrispondenze che presto verranno pubblicate. La prima raccolta epistolare fu scambiata con la Ribera Valle e si compone di quasi 800 lettere datate dal 1897 al 1903; la seconda, con la Vigada Moschet, comprende un centinaio di lettere, dal 1909 al 1912. La carica erotica di certe missive appare fortissima: la lontananza della donna amata lo fa soffrire e l’unico sollievo è ricordare il furore amoroso. De Roberto, apprendiamo fra l’altro, mordeva e strapazzava le signore in questione.

Donne di cultura, Ernesta e Pia ottengono da De Roberto (afflitto da una tirannica madre padrona, donna Marianna degli Asmundo, rimasta vedova in giovane età) oltre che slanci erotici anche regalini e libri. E si ingegnano per tenere all’oscuro delle tresche i rispettivi mariti.

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