«Io come Alfredo Biondi, o come Enrico Musso? No di certo. Rispetto le scelte di ognuno, ma sono distante dalle loro posizioni. Mi sento, come dire?, asburgico, considerate anche le origini di famiglia. E quindi, con spirito asburgico, e da liberale, resto fedele allimpegno assunto con gli elettori che, a suo tempo, mi hanno manifestato simpatia e consensi concreti»: il professor Claudio Eva, geologo di fama internazionale, già candidato sindaco di Genova per il centrodestra, ci tiene a confermare «il proprio essere liberale» che prescinde da censure o biasimi nei confronti di «amici come Biondi e Musso».
Però, professore, lei non ha nessuna intenzione di seguirli.
«Non ci penso nemmeno. È una questione di coerenza. Per me vale sempre limpegno assunto a suo tempo e proseguito al di là del fatto che ricoprissi cariche pubbliche: io devo rispondere agli elettori che mi hanno dato fiducia».
Vuol dire che Biondi e Musso non lo hanno fatto...
«Rispetto le loro scelte. Ma le mie sono diverse. A Biondi voglio molto bene, se le strade ora sono diverse non vuol dire che si cancella il passato. Lui è stato un pilastro della politica genovese, chissà che non si riesca a recuperarlo alla causa».
Musso, invece?
«Lho supportato e appoggiato con convinzione. Ma gli ho anche detto, in più occasioni, che la dialettica costruttiva, le battaglie, anche aspre, vanno fatte allinterno del partito, non sui giornali».
Lo stesso vale, a livello locale e nazionale, per i finiani.
«Avevo già percepito da tempo che Fini e i suoi amici si stavano progressivamente staccando dalle posizioni del Pdl.
In nome della continuità.
«In nome soprattutto del rispetto che dobbiamo alla volontà popolare. In questo senso, continuo a dare la mia disponibilità al partito come interprete delle esigenze dei cittadini».
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