Liberalizzazione dei farmaci Il Pirellone ha una sua «ricetta»
13 Settembre 2006 - 00:00Presto una regolamentazione per evitare che la distribuzione diventi un giungla
Non ci sarà nessun ricorso contro il decreto Bersani che introduce la liberalizzazione sulla vendita dei farmaci. E non ci sarà quindi nemmeno un blocco delle iniziative messe in atto dalla grande distribuzione, Coop in particolare. Ma la Regione Lombardia non assisterà alla proliferazione selvaggia delle farmacie, «alla collocazione delle sedi farmaceutiche».
Parola di Roberto Formigoni che preannuncia un regolamento sulla «collocazione delle sedi farmaceutiche» perché «non sorgano in maniera indifferenziata» e «a tutela della professione farmaceutica». Intervento sostenuto, naturalmente, dalle associazioni di categoria che reclamano norme per regolare la distribuzione dei farmaci, «anche per evitare un proliferare indiscriminato che crea una giungla». Intervento che, precisa il presidente della Regione, riguarda una parte che «nel decreto è mancante» ovvero «i criteri su dove dovranno sorgere o meno gli esercizi che vendono farmaci, che è una competenza regionale».
«Competenza» che, continua Formigoni, avrebbe dovuto consigliare il ministro Pierluigi Bersani di «consultare le Regioni dando loro il tempo, anche solo novanta giorni, per decidere questi criteri prima dellentrata in vigore del provvedimento». «Sarebbe stato un modo corretto e civile di procedere» continua Formigoni, che motiva così la rinuncia al ricorso di fronte alla Consulta per «non rispondere a scorrettezza con scorrettezza» pur avendo naturalmente tutta lintenzione di far presente la questione al ministro per lo Sviluppo economico.
Nessun allarme, aggiunge Formigoni, per le catene della grande distribuzione - come Coop, ad esempio - che hanno già annunciato lapertura di punti vendita nei propri supermercati: anzi, la norma «regionale non è punitiva ma di razionalizzazione» con tanto di «ascolto di tutte le parti in causa» e con i vantaggi «sia per i consumatori - hanno diritto a prezzi equi e punti vendita accessibili - che per la tutela della professionalità dei farmacisti e di un equilibrato esercizio del diritto al commercio».