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Il santo bambino e il Barbarossa: epica e mito di San Quirico d'Orcia

San Quirico d'Orcia lega il suo nome a quello di un martire bambino ma in queste terre passò anche Federico Barbarossa, che ancora oggi viene ricordato

Il santo bambino e il Barbarossa: epica e mito di San Quirico d'Orcia
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San Quirico d’Orcia è un piccolo ma affascinante borgo in provincia di Siena. Possiede due particolarità. La prima consiste nel fatto che il paese è circondato da un ecosistema caratterizzato visivamente da morbide colline in cui il verde digrada in differenti sfumature, mentre l’orizzonte è rotto all'improvviso da filari di cipressi. La seconda risiede nel fatto che le tradizioni cittadine sono fortemente impregnate di spiritualità: non a caso il borgo prende il nome di un martire della Chiesa cattolica.

L’agiografia su san Quirico

San Quirico d'Orcia

San Quirico che dà il nome alla città è un martire bambino. Nell’anno 304 o 305 d.C. una donna di nome Giulitta fu perseguitata dall’imperatore Diocleziano perché cristiana. La donna, che aveva un figlio di pochi anni, Quirico appunto, cerco di scappare ma fu trovata e torturata: l’imperatore le impose di abiurare la sua fede, cosa che la donna non fece.

Nel vedere la madre torturata, il piccolo Quirico rivelò anch’egli la propria fede: lo stesso imperatore l’avrebbe preso per i piedi, frantumandogli la testa contro dei gradini. Giulitta, ringraziando Dio per aver accolto suo figlio in Paradiso, decise quindi di continuare a pregare, cosa che fece anche quando il boia la decapitò.

Ai santi Quirico e Giulitta è dedicata la collegiata di San Quirico d’Orcia, una chiesa suggestiva in cui sono mescolati gli stili romanico e barocco. La pianta è a croce latina con una sola navata, circondata da cappelle absidali, ma quello che colpisce sono i tre portali d’ingresso, tra cui il principale che prevede un protiro. Fu costruita nel XII secolo e poi rimaneggiata o restaurata fino al XIX secolo.

Le chiese di San Quirico d’Orcia

Cappella della Madonna di Vitaleta

Tra le cose da vedere a San Quirico d’Orcia ci sono naturalmente le chiese, a partire dalla chiesa della Madonna di Vitaleta, che risale al XIX secolo. È chiamata anche chiesa di San Francesco, perché lì si trovava un convento dedicato al santo degli animali. All’interno dell’edificio si trovano opere artistiche notevoli, come la Visitazione di Ventura Salimbeni o l’Immacolata Concezione di Jacopo da Empoli.

Alla Madonna di Vitaleta è dedicata anche una suggestiva cappella rurale consacrata nel 1590. Si tratta di una deliziosa chiesetta naturalmente luminosa che in origine aveva un probabile stile tardo-rinascimentale: purtroppo un terremoto causò dei danni irreparabili e nel XIX secolo l’architetto Giuseppe Partini la restaurò in base ai canoni dell’epoca in cui la cappella era stata costruita.

Nella frazione di Vignoli si trovano la chiesa romanica di San Biagio e la chiesa gotica di San Giovanni Battista, mentre in città, nei pressi degli splendidi e storici giardini pubblici chiamati Horti Leonini, c’è la chiesa di Santa Maria Assunta, anch’essa romanica.

Il passaggio di Federico Barbarossa

San Quirico d'Orcia

Oltre al santo che dà il nome al borgo, San Quirico d’Orcia lega il suo nome a Federico I di Hohenstaufen, ovvero Federico detto il Barbarossa. Prima di essere incoronato imperatore, questi fece tappa a San Quirico, dove gli venne chiesto di catturare l’eretico Arnaldo da Brescia. Naturalmente Federico assolse a questa richiesta e successivamente si recò a Roma per la propria incoronazione: era il 1155.

San Quirico ebbe da quel momento la dignità di vicariato imperiale e ancora oggi, dal 1962, il borgo festeggia il passaggio del condottiero poi divenuto imperatore con una grande ricostruzione medievale in costume e competizioni a tema in cui gareggiano gli esponenti dei quattro quartieri cittadini: Canneti, Castello, Borgo e Prato.

La festa si tiene ogni terzo fine settimana di giugno.

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