
Cronache da Torino, città soffusa perché il rumore se lo è preso tutto il Salone, e il resto è silenzio.
DÀGLI A CROSETTO!
Notoriamente,
rispetto alle maggioranze silenziose, le minoranze sono molto più rumorose. E ieri dentro il Lingotto ha fatto rumore ma niente di più la protesta di una ventina di giovani «Pro Palestina» che gridando «Stop al riarmo» hanno contestato il ministro Guido Crosetto davanti allo stand della Difesa. I gruppettari contestatori, tenuti a distanza dalla polizia, hanno ripetuto lo slogan «Crosetto, Crosetto: in guerra vacci tu!». Ma è lo stesso ministro a disinnescare la polemica: «Dentro un Salone del Libro tutti devono parlare. Non c'è nessuno che abbia l'autorità morale di decidere chi sta zitto e chi possa parlare». La ressa è finita, andate in pace.
FEMMINE DI DESTRA
Tutto è filato liscio invece, nonostante settimane di critiche preventive da parte della sinistra torinese, all'incontro del collettivo femminista francese di destra «Némésis», organizzato dalla Regione Piemonte. Presente l'assessore Maurizio Marrone, le ragazze di «Némésis», gruppo che combatte per la sicurezza delle donne e individua nell'immigrazione di massa il più grande pericolo per il genere femminile, ha raccontato cosa sta succedendo in Francia perché non succeda anche in Italia. «Ci sono vie, periferie, interi quartieri, diventati inaccessibili per le donne. O meglio, si può andare, ma non senza indossare il velo. Che tu lo voglia o no». Alla fine, tanto pubblico e zero contestazioni. La sicurezza della donna non è appannaggio esclusivo né della destra né della sinistra.
CASI SINISTRI
Ecco, destra e sinistra. Hanno colpito ieri le parole di Paolo Flores d'Arcais sul caso di Boualem Sansal, lo scrittore franco-algerino incarcerato da 182 giorni in Algeria. «Le coscienze che si sono sempre battute perché la democrazia non fosse un afflato vuoto sono venute meno. Una parte sempre più consistente della sinistra non sente la libertà dall'islamismo e della religione come un suo problema. Dobbiamo rovesciare tutto questo perché nasca il caso Sansal». Parole di un maître à penser della sinistra che la sinistra non ascolterà.
DESTRA E SINISTRA
Fra vecchi potentati intellettuali di sinistra e nuove egemonie culturali di destra, da cronisti ormai di lunga data, ci sembra che al Salone, rispetto a due anni fa e allo scorso anno, si respiri un clima generale più tranquillo e remissivo da parte dell'intellighenzia di lotta e di antigoverno. Quanto accaduto alla fiera romana «Più libri più liberi» a dicembre - il caso del filosofo Leonardo Caffo - ha lasciato il segno, con un regolamento di conti tra ambienti culturali di solito amici. Iniziano a vedersi strane crepe nella sinistra intellettuale (succede anche nel mondo del cinema dove qualcuno sta prendendo le distanze rispetto alla polemica Giuli-Germano). E poi la consapevolezza che l'attuale governo di destra possa durare ancora a lungo sta facendo cambiare schieramenti e prospettive. Il clan Lagioia-Sinibaldi-Valerio conta (che peccato) sempre meno. Ma non c'è da lamentarsi.
«COMPLAINT»
A proposito. Sapete qual è il libro più cercato del Salone edizione 2025? È bastato togliere «lamento» dal titolo e il Portnoy di Philip Roth ritradotto e ripubblicato da Adelphi l'unico marchio capace di far credere che qualsiasi uscita sia una novità - è diventato uno dei libri più venduti al Lingotto. A mezzogiorno di sabato erano già state abbondantemente superate le 300 copie. E ciò che colpisce, girando per lo stand Adelphi, è l'età media di chi ci entra: 25-30 anni. Acquirente tipo del nuovo Portnoy? Ragazza, giovane, lettrice forte. Alla faccia delle femministe che accusano Philip Roth di sessismo e misoginia. E così l'onda woke si infrange su un romanzo che dal 1969 non ha mai perso la sua carica di scorrettezza politica e letteraria.
FEMMINE SCORRETTE
Protagonista della giornata, uomo che piace molto alle donne e che parla di donne, è stato Jean Reno, l'attore francese di film come Léon e Nikita - eroine femminili molto poco femministe - che a 76 anni debutta nella narrativa con il romanzo Emma (Longanesi), storia di una donna che fa del dolore la propria forza. «Ho sempre sognato l'uguaglianza tra uomo e donna ha detto Jean Reno - e invece vedevo intorno a me rapporti dove le donne erano schiave. Scrivere è un modo per liberarle». Un romanzo di genere - thriller - oltre gli stereotipi di genere.
NON GENERALIZZIAMO
A proposito di generi. Fra le feste degli editori, a loro modo un genere nei giorni del Salone, si segnala quella del gruppo GeMS al Circolo dei lettori, venerdì sera. Si notavano, fra le scrittrici di genere, Felicia Kingsley vestita da Felicia Kingsley, genere romance, tutta in rosa, e Erin Doom vestita da Erin Doom, genere dark romance, in tubino nero. Il genere della «Generazione Z».
IL NEMICO TI ASCOLTA
Chi invece è di qualche generazione precedente, ha notato una cosa. Che da anni sono spariti i giornali di carta persino fra scrittori ed editori, e non c'è un'edicola dentro il Lingotto. Poi che ultimamente anche il consumo di giornali online e siti vari è calato in maniera significativa.
E che ora l'abitudine - perché non serve alcuno sforzo intellettuale - è chiedere all'Intelligenza artificiale (il nuovo nemico del libro?) le informazioni che ti servono. Si parla solo col cellulare. Ed ecco inverato il motto del Salone di quest'anno: «Le parole tra noi leggere». Che non serve neppure leggere; basta ascoltare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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