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Roccamonfina, dove crescono i porcini e il diavolo lasciò le sue impronte

Dalle "Ciampate del Diavolo" ai porcini, dalle cascate alle castagne: Roccamonfina è un piccolo paradiso campano, dove vissero i primissimi uomini d'Italia

Roccamonfina, dove crescono i porcini e il diavolo lasciò le sue impronte

Storia, cultura e natura: il territorio di Roccamonfina rappresenta un luogo unico in Italia per immergersi in un lontano passato. Dalle tipicità del territorio alle bellezze del paesaggio, tutto lascia a bocca aperta: perfino alcuni tra i primi ominidi che calcarono il suolo italico furono affascinati da questi luoghi, immersi nella provincia di Caserta.

Le “Ciampate del Diavolo”

Ciampate del Diavolo


Nella zona di Roccamonfina, in località Tora e Piccilli, camminarono i primi “italiani” di cui si ha testimonianza. All’interno del parco regionale si trovano infatti delle impronte impresse in una formazione piroclastica, che a lungo le popolazioni locali hanno attribuito al Diavolo. Le “Ciampate del Diavolo” (dove per “ciampate” si intendo appunto le impronte) sono resti fossili del passaggio di due individui, che lo studioso Paolo Mietto ha attribuito a un “parente” dell’uomo di Neanderthal. Si tratta dell’Homo heidelbergensis, le cui testimonianze in loco risalgono a 350.000 anni fa. Questi ominidi erano alti circa un metro e sessanta, con un piede che corrisponde all’attuale misura 36, e vivevano in organizzazioni sociali di tipo gerarchico.

Eppure, fino al 2003 c’erano solo ipotesi o leggende in merito. La leggenda principale, al quale il sito archeologico deve il nome, è legata al fatto che - in tempi lontani - si pensava che solo il diavolo potesse camminare a piedi nudi sulla lava, tanto da lasciare delle impronte. La formazione piroclastica è infatti dovuta a un’antica eruzione del vulcano ormai spento di Roccamonfina, un’altra delle bellezze naturali che si possono ammirare in questo territorio: si tratta di una formazione più antica del Vesuvio, dalla circonferenza di 6 chilometri, circondata da coni vulcanici più piccoli.

Roccamonfina: il paradiso dei funghi porcini e le altre tipicità

Funghi porcini

Il territorio di Roccamonfina è ricchissimo di prodotti tipici. Il più conosciuto è il fungo porcino, che viene raccolto seguendo conoscenze antiche che si tramandano attraverso le generazioni: le famiglie dei raccoglitori sono molto gelose dei propri segreti e le tecniche di ricerca e raccolta non vengono divulgate. È la “magia” di questo luogo dalle risorse naturali affascinanti.

Un’altra tipicità notevole è la castagna, presente in diverse tipologie, a partire dalla “primitiva”, che viene raccolta alla fine di agosto e portata sulla tavola in mille ricette, da quelle che affondano le loro radici nella tradizione contadina a piatti gourmet moderni e raffinati.

Altri cibi tipici del territorio sono la pasta di Teano, che è trafilata al bronzo ed è perfetta per accogliere il sugo ai funghi porcini, e il “piennolo” del Vesuvio, ovvero un pomodoro da pendola: un pomodoro invernale conservato in lunghe collane appese ai muri, succoso e saporito.

Il parco regionale di Roccamonfina

Si tratta di un parco - attraversato dal fiume Garigliano, in cui sono presenti suggestive cascate - nella zona dell’alta Campania, che raccoglie cinque comuni dell’area montana: la stessa Roccamonfina, la succitata Tora e Piccilli, Conca della Campania, Galluccio e Marzano Appio.

Qui si può passeggiare tra sentieri naturali incontaminati, costellati da rocce vulcaniche, con cui concedersi di giocare alla pareidolia (l’illusione ottica per cui si scorgono volti in soggetti naturali e non, inanimati), e circondati da maestosi alberi della macchia mediterranea. Oltre che castagneti che, soprattutto alla fine dell’estate e in autunno, offrono frutti gustosi ma anche una splendida vista.

Foto di apertura: Giorgio Galano via Wikipedia;
Foto delle Ciampate del Diavolo: Edmondo Gnerre via Wikipedia.

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