Roma - Continua la "lite familiare". Una discussione che non si consuma fra le mura domestiche del Pd, ma rimbalza da un media all'altro. Aveva iniziato Veltroni dalle colonne di Repubblica, gli ha fatto eco oggi Massimo D'Alema ai microni di Radio Due. "No, non è rivolto a me". Così il presidente della Fondazione Italianieuropei ha risposto quando gli è stato chiesto chiesto se Walter Veltroni si rivolga a lui
nell’intervista a in cui dice "chi non mi vuole si faccia avanti".
Se non lo volessi glielo direi "No - ha replicato l'ex premier parlando alla trasmissione Ventottominuti - per la buona ragione che conosco Veltroni da tanti anni e sa
benissimo che il giorno in cui ritenessi che debba lasciare la segreteria del
parttito, glielo direi. Io sono una persona spigolosa ma del tutto diretta e
franca. Non c’è il minimo dubbio che se non l’ho detto vuole dire che non lo
penso".
Cosa deve essere il Pd? "Più che fare conte", il Pd deve
affrontare alcuni nodi che ha di fronte senza esocirzzarli "dando la colpa a
oscuri complotti", ha continuato D’Alema: "più che fare delle conte
dobbiamo cercare di vedere i problemi che abbiamo di fronte, non
esorcizzarli dando la colpa a qualche oscuro complotto. Queste sono
risposte semplici, anche semplicistiche. Ma non è vero che è colpa di
D’Alema, che dal Messico trama. Spiegazioni del genere mi dispiacciono
ma mi fanno anche un pò ridere".
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