Letteratura

Un lockdown oscuro e pieno di tradimenti

C'è chiaroscuro e chiaroscuro, lo sa bene Maristella detta Stella, redattrice in una casa editrice milanese che stampa cataloghi d'arte

Un lockdown oscuro e pieno di tradimenti

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C'è chiaroscuro e chiaroscuro, lo sa bene Maristella detta Stella, redattrice in una casa editrice milanese che stampa cataloghi d'arte. C'è quello del maestro del lume di candela, La Tour, fatto di ombre misteriose, ma in fondo umane e troppo umane, quasi una necessità, perché non si può rivelare tutto e se anche fosse possibile non servirebbe a niente. Viva la media luz che protegge la nostra esistenza. E c'è il chiaroscuro atroce di Francis Bacon, nel quale il buio sembra composto da libbre di carne staccate con un mostruoso bulino da un corpo massacrato. La luce, in questo caso, non ha nulla di vellutato. I rossi e gli arancioni di La Tour lasciano campo libero al verde e al blu, i colori del lividume.

Un giorno, Stella si chiede quale dei due chiaroscuri la circondi. Per esempio il marito, Max: dirige il settore vendite di un'azienda che produce costosi articoli di moda. Se si è affermato, acquisendo sicurezza, è anche per aver sposato una donna bella e intelligente come lei; ma cosa succede se l'azienda la comprano i francesi e lui è messo all'angolo dal nuovo capo, un gelido mangialumache? Succede che il desiderio di rivalsa assume forme censurabili - speculazioni al limite della legalità - ancora più allarmanti in quanto non concordate con la moglie. Senza contare i tradimenti, che da semplici avventure si trasformano in scenari alternativi, se la complice è una giovane collaboratrice e sul banco mette se stessa, oltre alla sua omertà.

A Stella basterà sbirciare le chat del cellulare di Max per scoprire il chiaroscuro giusto: relazioni pericolosissime che fra l'altro coinvolgono l'amica di sempre, Aspasia. Che sia meglio scomparire è ovvio: ma come scomparire bene?

Ambientato nei giorni del lock down, particolare che raddoppia la claustrofobia di un romanzo che bascula sul crinale che separa la servitù volontaria del matrimonio dalla schiavitù involontaria dell'inganno, La scomparsa di Maristella (Bietti, pagg. 249, euro 16), di Paolo Bianchi, è una boccata d'aria in un panorama letterariamente asfittico per molti motivi.

Per i dialoghi fenomenali, di grande fioretto strategico e ricco humor nero; e per la psiche dei personaggi, i loro movimenti e la loro ragion pratica che concedono allo stereotipo solo lo stretto necessario, lievitando ben presto in una sfera sinistra dove il bene e il male si danno il cambio, nessuno è innocente e il passato, da tesoro da custodire, si rivela un mosaico di compromessi, forzature e ipocrisie che solo un gesto efferato, simmetrico e proporzionale al rischio corso, può neutralizzare.

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