da Roma
È ancora presto per parlare di date, ma a Milano si fa una previsione: il nuovo processo dappello per il Lodo Mondadori si terrà in autunno. I tempi sono strettissimi: il calendario dice che nella primavera del 2007 sul Lodo passeranno i titoli di coda della prescrizione. Insomma, la magistratura ambrosiana è chiamata ad una rincorsa affannosa, ma questo ha stabilito la Cassazione.
Su il sipario sulla guerra di Segrate: i Formenton alla fine degli anni Ottanta si erano impegnati a vendere alla Cir di Carlo De Benedetti il loro pacchetto di azioni, ma poi cambiarono idea e si schierarono con Silvio Berlusconi. Per dirimere la controversia i contendenti si affidarono a tre arbitri. Eccoci al lodo che diede ragione alla Cir e consegnò a De Benedetti la maggioranza assoluta, pari al 50,3 del capitale ordinario Mondadori. La corte dappello di Roma, relatore Vittorio Metta, lo stesso giudice ora condannato in via definitiva per lImi-Sir, ribaltò però il verdetto e assegnò la casa editrice a Berlusconi.
Secondo la procura di Milano quella sentenza fu comprata. In primo grado il 29 aprile 2003 i giudici del tribunale condannarono a pene severe Cesare Previti, Attilio Pacifico, Giovanni Acampora e Vittorio Metta. In appello però quella costruzione rivelò fondamenta deboli e gli imputati furono assolti. Ora si ricomincia: quarto round.
Prima occorrerà aspettare il deposito delle motivazioni della sentenza della Cassazione. E solo allora si capirà che cosa abbia convinto gli ermellini ad annullare le assoluzioni. Per ora si possono solo fare ipotesi, al buio. Carlo Taormina, difensore di Acampora, indica la soluzione nei 400 milioni che Pacifico avrebbe versato a Metta: «Io penso che il punto chiave sia quello. Quei 400 milioni, passati di mano secondo la procura nel 91, furono il pilastro della condanna in primo grado. In appello però erano stati spostati alla casella Imi-Sir. So che è un po surreale questo balletto di presunte tangenti da una storia allaltra, ma così vanno le cose nelle aule di giustizia. Temo che ora si sia tornati allimpostazione originale». Peraltro fu proprio il tribunale a definire «gemelle le controversie Imi-Sir e Mondadori per le impressionanti analogie, per liter processuale e per la presenza sempre degli stessi protagonisti».
Si vedrà.
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