Look scaramantico per la regista

- ha raccontato la regista -. Quando alzo le braccia l’abito di Leila Hafzi sembra poter spiccare il volo così se dovessero inseguirmi, potrò scomparire come un falco o una strega». Il gioiello è stato paragonato da Emma ad una sorta di parafulmine. «È un angelo paffuto la punta estrema della mia treccia portafortuna - ha spiegato ancora la regista -. Il suo ruolo? Intercettare e addolcire ogni eventuale critica».
Più che ai riti scaramantici, invece il mezzo soprano Anita Rachvelishvili nei panni di Carmen, crede ancora di essere in un sogno. «Forse un giorno mi sveglierò e scoprirò che non è vero niente» ha raccontato ieri sera poco dopo aver lasciato il palcoscenico per la «primina» riservata agli under 30. Ha ancora gli applausi nelle orecchie gli applausi che le hanno tributato per la sua interpretazione. Ma stenta a crederci, e davanti alle telecamere ha ammesso: «So che la prima vera sarà il 7 dicembre, ma per me è stata questa sera (sabato ndr) davanti a un pubblico di giovani che amano la musica, che sanno ascoltare la musica classica ed erudita. Perché questa è quella che fa crescere». La musica ce l’ha nel Dna, figlia di musicisti e di una terra, ala Georgia in cui tutti amano la lirica. «la conoscono in italiano. Potreste trovare dei contadini capaci di cantare l’Otello a memoria». L’emozione è grandissima. «E pensare che in questo teatro arrivano i cantanti al culmine della carriera.

Io invece parto da qui. È un sogno».
E con la regista Emma Dante, come si è trovata? «È grande - ha risposto Anita -, è la passione che cammina. È riuscita a fare una regia stupenda, molto fisica, bella da vedere che emoziona molto».

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