Roma - Prima la parata,
poi il gran rifiuto. Due giugno particolare per il comandante
della Guardia di finanza Roberto Speciale che, dopo aver
assistito alla sfilata militare ai Fori Imperiali per la Festa
della Repubblica, da uno schiaffo al governo non accettando la
nomina alla Corte dei Conti propostagli ieri. A riferire le
intenzioni del generale è il sempre bene informato senatore a
vita Francesco Cossiga.
Non molla, dunque, il capo delle Fiamme Gialle, rimosso dal
suo incarico dopo i forti contrasti con il viceministro
all'Economia Vincenzo Visco.
Già ieri il ministro Tommaso Padoa
Schioppa aveva provato a convincerlo a dare le dimissioni, per
evitare un avvicendamento forzato. Ma Speciale aveva rifiutato,
spiegando che dimettersi avrebbe significato ammettere precise
responsabilità, mentre il generale ha sempre sostenuto di aver
agito correttamente nella vicenda del mancato trasferimento di
alcuni ufficiali dal comando di Milano, che lo ha visto
contrapposto duramente a Visco.
Il Consiglio dei ministri lo ha così sostituito con il
generale Cosimo D'Arrigo, proponendogli - a mò di risarcimento
- la nomina a consigliere alla Corte dei Conti. Una soluzione
simile a quella adottata nello scorso dicembre per Nicolò
Pollari che, rimosso dal vertice del Sismi, ha avuto assicurato
il paracadute di una poltrona come consigliere di Stato.
Schiaffo al governo Ma il
generale Speciale ha rifiutato con quello che Cossiga ha
definito "un atto di grande dignità che mi aspettavo da un
soldato come lui".
E il "soldato Speciale" si trova ora di fronte a due
possibilità: o porta avanti fino in fondo lo scontro con il governo, ricorrendo contro quello che ritiene un ingiusto
siluramento, oppure si accontenta di salvare l'onore con il
rifiuto della Corte dei Conti, evitando di acuire ulteriormente
un contrasto che potrebbe determinare un'impasse istituzionale.
Di sicuro, chi ha parlato con il generale tra ieri ed oggi,
racconta di un uomo "deluso e amareggiato" per la rimozione,
deciso a non darla vinta a chi lo ha sostituito e, allo stesso
tempo, "rincuorato" dagli attestati di solidarietà ricevuti
da molti esponenti politici, in maggioranza del centrodestra e
dagli ambienti militari, non solo dalle Fiamme Gialle. "Io sempre corretto" Speciale
ha voluto ribadire a tutti di aver sempre agito correttamente.
Oggi ha quindi partecipato a testa alta alla Festa della
Repubblica, accomodandosi nel palco riservato agli alti vertici
militari e istituzionali, incassando attestati di solidarietà
da parte di esponenti del centrodestra, Silvio Berlusconi e Pier
Ferdinando Casini in testa. Alla fine della sfilata, assediato
dai cronisti, è andato via regalando sorrisi ed una stringata
dichiarazione: "non ho alcun commento da fare".
In attesa del passaggio di consegne ufficiale in data ancora
da decidere, nella tribuna dei Fori Imperiali c'é stato anche
un primo approccio, con abbracci e baci, tra Speciale ed il suo
successore designato. E' stato il generale D'Arrigo - che nel
pomeriggio è stato ricevuto da Padoa Schioppa - ad abbandonare
il suo posto, prima dell'inizio della parata, per salutare
amichevolmente quello che è ancora il comandante delle Fiamme
Gialle.
L'abbraccio di Casini In seguito, Speciale ha ricevuto l'affettuoso abbraccio
di Casini ed una più sbrigativa stretta di mano del segretario
dei Ds, Piero Fassino e del leader di Forza Italia, Berlusconi.
Per alcuni minuti ha poi parlottato con il viceministro diessino
dell'Interno, Marco Minniti.
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