Mamma e papà custodi a Trigoria il contratto speciale di baby Okaka

Il 16enne italo-nigeriano che ha esordito nella Roma ha fatto assumere i genitori

Gian Piero Scevola

La vita di Stefano Okaka Chuka - da poche ore il più giovane della serie A - è variopinta: nera la pelle, un colore che tradisce le origini nigeriane; giallorossa la maglia che indossa, quella che per appena sei minuti ha potuto esibire domenica sera a Marassi contro la Sampdoria, salvo poi tenersela ben stretta come se per lui fosse la cosa più preziosa del mondo. Azzurro è poi il colore di un’altra maglia, quella dell’Italia under 17 che da febbraio, quando gli arriverà il passaporto comprovante la sua cittadinanza italiana, Okaka potrà affiancare a quella giallorossa. Perché esordire in serie A a 16 anni compiuti da poco non è una cosa di tutti i giorni e il gigante nero (1,86 cm per 77 kg) se ne rende conto, lui che un anno fa venne prelevato dal Cittadella (vinta la concorrenza del Milan), ma che per accettare la Roma, obbligò la famiglia Sensi a far assumere mamma Doris e papà Austin come portieri del centro di Trigoria.
Proprio nutrendosi giornalmente di pallone - Totti, Cassano e bella compagnia - Okaka è riuscito a progredire tecnicamente in un modo straordinario, al punto da mettersi in bella mostra in primavera al Torneo di Viareggio, vincere il titolo di capocannoniere nel prestigioso torneo Beppe Viola e conquistare con una serie di prodezze balistiche il titolo italiano primavera nella formazione allenata da Alberto De Rossi. Un crescendo entusiasmante che l’ha già portato ad esordire in coppa Uefa (lo scorso 29 settembre, 0-0 a Salonicco) e in coppa Italia (8 dicembre, Napoli-Roma 0-3, suo un gol). «Forse ce l’avrei fatta prima ad arrivare in A - precisa Okaka - quando Totti in aprile era squalificato le gambe mi giravano bene, mi allenavo con la prima squadra, ma davanti a me c’erano Corvia e Cerci, era giusto dare spazio a loro».
Stefano, ormai romano de Roma grazie all’accento acquisito in poco più di un anno, è nato a Castiglione del Lago; i genitori, emigrati dalla Nigeria all’inizio degli anni Ottanta, hanno una buona tradizione sportiva: il padre discreto attaccante, la mamma apprezzata velocista sui 100 metri; pallavolisti invece il fratello Carlo, maggiore di 8 anni che gioca in B a Castiglion del Lago, e la gemella Stefania, gran fisico ed enormi potenzialità, con la Minetti Infoplus Vicenza in A1.

«Avevo iniziato anch’io con la pallavolo - confessa Okaka - poi ho scoperto il calcio e ora ho un solo grande desiderio: giocare stabilmente al fianco di Totti e indossare la maglia azzurra della nazionale perché, anche se la mia pelle è nera, mi sento italiano a tutti gli effetti».
Poi il baby-gigante si rituffa sui libri di ragioneria («voglio anche un titolo di studio, non si sa mai»), guarda i verdi campi di Trigoria dalla sua finestra e sogna. I sogni, si sa, qualche volta si realizzano.

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