Marsciano (Perugia) - Quattro nuove testimonianze, tra cui quella di uno dei fratelli di Roberto Spaccino, Stefano. La notifica dell’incidente probatorio per gli esami irripetibili su alcune tracce biologiche ritrovate sul corpo di Barbara Cicioni e sulla scena del delitto, oltre che sui figli della coppia. Vigilia movimentata quella dell’interrogatorio di garanzia al presunto killer di Marsciano, fissato per le nove di stamattina. Ieri sera la stazione dei carabinieri di Marsciano era circondata da telecamere e curiosi. Tra le voci di nuovi fermi, poi seccamente smentite dalla procura di Perugia, e una sfilata di testimoni, la caserma del paese era tornata sotto i riflettori. Merito anche dell’arrivo, nel pomeriggio, del pm Antonella Duchini, che ha voluto ascoltare direttamente altri tre racconti di «persone informate dei fatti».
Interrogato a lungo Stefano Spaccino, uno dei due fratelli di Roberto, in merito ai dubbi della procura sulle possibili coperture familiari della presunta messinscena che l’uomo avrebbe architettato per tentare di sviare le indagini. Di fronte al pubblico ministero è arrivata pure Enrica Cucina, la seconda moglie di Paolo Cicioni, il padre di Barbara.
Evidentemente convocata per riscontrare proprio quanto raccontato da suo marito al magistrato: «Negli ultimi anni – aveva rivelato il papà della vittima – Enrica era molto vicina a mia figlia e da lei ha raccolto dirette testimonianze anche di violenze familiari o di altri disagi maturati all'interno della sua famiglia acquisita». Anche il ginecologo della donna uccisa è stato ascoltato dalla Duchini nella caserma di Marsciano, sia in relazione a quanto raccontato da Barbara, nel corso delle sue visite, sui problemi di convivenza con Roberto (e sulle eventuali «pressioni» per farla continuare a lavorare in lavanderia nonostante le sue condizioni), che per capire se le pressioni del marito per farla abortire dopo l’ultima gravidanza fossero state accompagnate da minacce e riferite al medico. Interrogata anche la maestra di uno dei figli di Roberto e Barbara, con lo scopo di comprendere se mai il piccolo a scuola ha fatto trapelare qualcosa delle «reiterate violenze» perpetrate dal padre alla madre, violenze che secondo l’ordinanza erano la regola in casa Spaccino. Si ritiene dunque che anche i due bambini possano fornire risposte utili per i lati ancora oscuri dell’indagine, poiché gli inquirenti non sono affatto convinti che nella notte del delitto possano non essersi accorti di nulla. C’è anche quel disegno, tracciato dal più piccolo, appena 4 anni, in cui si vedrebbe la «madre per terra, sporca di sangue». Il dettaglio, messo a verbale da Paolo Cicioni, il padre di Barbara, dimostrerebbe dunque che i bambini avevano forse visto o sentito qualcosa. E ieri, infatti, è stata notificata alle parti una richiesta di incidente probatorio proprio per raccogliere la testimonianza dei due piccoli di casa Spaccino.
Stamattina, poi, il gip Marina De Robertis interrogherà Spaccino nel carcere di Capanne. Quasi certamente il presunto omicida si avvarrà della facoltà di non rispondere.
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