«Mazzini chi lo ricorda?» Tutti spiazzati al Parini

Laura Sonzogni

Nessun bigliettino, nemmeno una scritta su un angolo del vocabolario o sotto la suola della scarpa, per appuntarsi quella citazione a effetto che stupirà la commissione. E le tracce «tutte stupende» perché, come dice Claudia, «anche quelle scientifiche consentivano una lettura introspettiva e un taglio personale». I maturandi del liceo Parini sembrano troppo politicamente corretti per essere sinceri. Ma scava scava, qualche lamentela salta fuori: «Non credevo uscisse Mazzini - afferma Lavinia -. Mi aspettavo piuttosto qualcosa sulla Costituzione, in vista del referendum di sabato». Oggi è il suo compleanno, e lo festeggerà facendo il compito di greco: «Non è il massimo, ma non sarebbe andata meglio con latino». Su Mazzini, unità d’Italia, libertà e fratellanza il giudizio è quasi unanime: «Chi se lo ricorda, è programma dell’anno scorso». Il più gettonato è il saggio artistico letterario forse perché, dice Lorenzo, «lo spaesamento è proprio legato al nostro vissuto, alla totale incertezza che ci attende una volta usciti da qui». Fatto il tema, il suo pensiero corre già all’esame orale, dove esordirà parlando di oppio e Baudelaire. «Artisti maledetti» e dintorni insomma, per lui che, nel suo futuro, sogna l’Accademia d’arte drammatica. Jacopo, invece, ha scelto il saggio socio economico sulle periferie: «Ho cercato di rimanere molto fedele ai testi, come quello sulle banlieue parigine e quello di quel famoso architetto... Mi sfugge il nome, ho già rimosso tutto». Sulla prova di greco, incrocia le dita: «Temo Tucidide, non esce dagli anni Ottanta».
Viola è una delle poche ad aver scelto l’analisi del testo: «Non conoscevo la poesia L’isola, ma ero preparata su Ungaretti. Cosa mi piace dell’autore? Soprattutto la brevità delle poesie!». Oggi l’aspetta la prova di greco e, alla domanda se ci sia un autore che la spaventa in modo particolare, risponde senza esitazione: «Tutti! Avrei preferito latino». Ondina, invece, sta affrontando le prove con molta tranquillità. La sua unica preoccupazione è il punteggio finale: «A Settembre vado a studiare in un’università inglese che chiede, per l’ammissione, un voto superiore a ottantacinque centesimi».
La prima giornata di maturità al Parini sembra essersi conclusa senza intoppi e in un’atmosfera rilassata, a tratti anche divertita.

Come quando, nel bel mezzo della prova, i bambini del vicino asilo hanno cominciato ad intonare le canzoni dei cartoni animati. «Holly e Benji» ricorda qualche maturando e negli occhi si intravede un pizzico di nostalgia per una fase della vita, che, dice l’esame che si è aperto ieri, appartiene ormai al passato.

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