Medici e manager Parte la corsa alla super nomina

Una lista di 530 papabili per 45 posti alla guida di istituti e Asl. Tra i promossi anche due coinvolti nell’inchiesta sulla ’ndrangheta

Medici e manager 
Parte la corsa  
alla super nomina

Un elenco di oltre 500 nomi. Eccoli i papabili in corsa per diventare direttori generali delle Asl e degli ospedali lombardi. Dopo un ulteriore aggiornamento delle liste a metà settembre, saranno pescati tra di loro i responsabili delle strutture sanitarie della Lombardia. In ballo ci sono una quindicina di poltrone da assegnare nelle Asl e una trentina nelle aziende ospedaliere ma non si deciderà prima di dicembre. Unica eccezione: la nomina, che avverrà nel giro di qualche giorno, del nuovo direttore generale del Policlinico dopo le dimissioni per motivi personali di Giuseppe Di Benedetto. L’elenco per il nuovo giro di valzer dei manager sanitari è stato ricavato da una precedente lista (riportata qui sotto) di 618 persone, stilata e approvata dalla giunta lombarda qualche settimana fa. Parte delle candidature avanzate tuttavia non è risultata idonea. Per un motivo o per un altro, la commissione chiamata a valutare i nomi si è trovata costretta a depennare un centinaio di candidati. In lizza anche qualche nome scomodo. Come quello dell’ex direttore sanitario dell’Asl di Pavia, Carlo Antonio Chiarico, arrestato per i suoi affari con la ’ndrangheta. O come quello di Pietrogino Pezzano, direttore sanitario dell’Asl di Monza e Brianza, coinvolto nella maxi inchiesta sulla malavita organizzata e citato in qualche intercettazione telefonica. «Tuttavia su Pezzano - precisa l’assessore alla Sanità Luciano Bresciani - non ci risulta nessun provvedimento».
Ieri la giunta lombarda ha deciso di riaprire le liste. «Lo abbiamo fatto per un semplice motivo - spiega Bresciani - e cioè per dare la possibilità a chi vale di potersi candidare. L’elenco che abbiamo in mano è piuttosto datato». Va quindi scremato di qualche candidatura (vedi Chiarico) e arricchito di qualche altro aspirante direttore. Tra i numerosissimi candidati ci sono nomi conosciuti, come quello dello stesso Bresciani o del direttore regionale Carlo Lucchina, e nomi meno conosciuti che arrivano da carriere politiche lontane alla realtà sanitaria lombarda, come quello di Castenze Barone, segretario comunale del Comune di Salemi. Ci sono dirigenti di reparti medici, direttori generali e sanitari in carica, consulenti della Regione, tecnici che finora hanno lavorato dietro le quinte. Ci sono politici locali come il sindaco di Gallarate Nicola Mucci o presidenti di ronomate strutture come Emilio Trabucchi, alla guida del Pio Albergo Trivulzio.
Requisito fondamentale per entrare nella rosa dei candidati idonei è aver ricoperto un incarico dirigenziale da dipendente per almeno cinque anni. Non sono ammessi alla corsa i candidati che sono semplici consulenti o liberi professionisti. Sbarra alzata per i contratti co.co.co e co.co.pro. purché possano documentare di lavorare per 20 ore alla settimana. E nessuna pietà per chi ha la fedina penale sporca.

«Stiamo cercando di mettere tutte le cerniere che la legge ci consente di mettere - puntualizza l’assessore lombardo - e puntiamo a instaurare con i direttori un rapporto di fiducia». La commissione ha passato e passerà al vaglio tutti i curricula cercando di verificare la professionalità di ogni candidato ed escludendo coinvolgimenti in concussioni, peculati, corruzione e reati penali.

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