Mediobanca, la parola ora passa a Unicredit

da Milano

Alessandro Profumo chiama a raccolta il comitato strategie di Unicredit. La riunione, convocata nei primi giorni della prossima settimana, sarà l’occasione per sondare il parere dei grandi soci (Fondazioni in testa) così da individuare una posizione comune sull’abbandono della governance duale da parte di Mediobanca voluto dal presidente Cesare Geronzi. Unicredit, primo azionista di Piazzetta Cuccia con l’8,6%, è convinta che quando si mette mano alla governance (paragonabile alla Costituzione di uno Stato) è preferibile «la profondità dell’analisi» piuttosto che «la rapidità della scelta».
Ieri pomeriggio tra i grandi soci di Piazzetta Cuccia emergeva tuttavia una forte determinazione a evitare qualsiasi stallo. Mediobanca procede quindi a tappe forzate il cammino di ritorno verso la governance tradizionale: Geronzi sarà a Milano tutta la settimana e ambienti vicini al consiglio di sorveglianza confermano che il 18 settembre è il termine ultimo per il nuovo statuto. Il comitato governance, incaricato di stendere la versione definitiva, dovrebbe riunirsi a ridosso del consiglio di gestione così da ottenere l’ok dei soci all’assemblea del 28 ottobre.
In una settimana cruciale per il riassetto l’ad Alberto Nagel illustrerà inoltre a Geronzi le riflessioni del management sullo statuto dopo l’ultimo incontro di «disgelo». L’indipendenza e la forza dei manager nella nuova Mediobanca sono le più stringenti garanzie che pone Unicredit per assicurare la stabilità del merchant bank e spingerne la creazione di valore. Giovedì sera Profumo aveva affermato con durezza come la discussione sullo statuto fosse ancora aperta e aveva lamentato lo snodo di potere che ruota attorno a Mediobanca (più 2,78% ieri il titolo in Borsa).

Un modo per dire che Geronzi deve condividere le scelte con azionisti e manager, e per porre l’attenzione sulla distribuzione delle deleghe nel futuro cda. Il ritorno di Mediobanca alla governance tradizionale è segnata.

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