Al mercato delle storie le favole si toccano con mano

Tutti abbiamo una storia da raccontare. Ma spesso lo ignoriamo. Meno male che ci sono i bambini. È grazie a loro che la fantasia di nonni, genitori e scrittori prende il volo come un cavallo alato. «Mi racconti una storia?» chiedono i piccoli. Da oggi la storia si ribalta. Sono loro a raccontarcela. Anzi a costruirla pezzo per pezzo. Come si fa con il lego o con i tasselli del puzzle. E alla fine la storia inventata si può toccare o addirittura scambiare come una figurina con l’amico del cuore: ha le sembianze di un pupazzo, di un collage o di se stessi trasformati. Provare per credere.
Il posto meraviglioso è «Il mercato delle storie», alla Triennale fino al 29 marzo. Realizzato dal Muba, Museo del bambino insieme con Mondadori e Fila. I bambini si trovano in un mercato con varie bancarelle, hanno quattro banconote, due servono a fare acquisti, le altre a «fare» e basta. Il primo banchetto è zeppo di cartoline illustrate, qui il bambino sceglie dove ambientare la propria storia, in mezzo alle cime innevate, dietro le rocce o su una spiaggia. Non sa ancora dove quello sfondo lo porterà. Secondo passaggio: si costruisce il protagonista, si raccolgono cartoncini, coriandoli, stoffe e con forbici e colla si compone un personaggio. Oppure si acquistano baffi e cappello, l’occorrente per trasformarsi in quello che si vuole. Il mercato è un’esplosione di oggettini che fanno brillare gli occhi a tutti i bambini: fischietti, bulloni, fiori di plastica, contenitori di pasticcini, sacchettini, cerotti. Intanto la storia prende corpo, và dove la porta il piccolo narratore che incolla, compone, presta e restituisce. Su un altro banco lavagnette con superfici diverse, qui secondo la tecnica «frottage» si strofinano i pastelli per dar corpo alle emozioni. Infine il banco degli aromi e dei semi: piantine di erbe e spezie da sbriciolare e annusare. Perchè ogni favola ha un odore. Ma non è finita. C’è ancora una tenda da oltrepassare, si apre sulla «Casa delle storie», a terra un gigantesco materasso. Le pareti foderate di libri (che però non si possono sfogliare, la mostra è il luogo della narrazione). Seduto con il viso rivolto alla libreria, spalle ai bambini, un narratore invita il piccolo pubblico ad accomodarsi. Luci soffuse, parte il racconto. Finirà come ciascuno vorrà. «I bambini fin da piccoli sono attenti ascoltatori, si coinvolgono nelle storie, le memorizzano - ha dichiarato Paola Pozzolini, anima del Muba - Le storie sono uno strumento per educare. Ascoltare l’altro significa imparare a conoscerlo». «In Italia i bambini leggono più dei loro genitori - ha aggiunto Gian Arturo Ferrari direttore Divisione libri Mondadori - Chi legge fin dalla prima infanzia ha una vita migliore e diventa una persona con un’interiorità molto più profonda e ampia».
La mostra è aperta dal martedì al venerdì alle ore 17. Alle 18.30 il momento della narrazione nella casa delle storie.

Nei giorni sabato, domenica e delle vacanze scolastiche ingressi alle ore 10.30; 12; 14; 15.30; 17. Si consiglia di presentarsi con 30 minuti di anticipo alle casse della Triennale o di acquistare il biglietto (bambini 8 euro, adulti 5 euro) in prevendita con Ticketone.

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