Controcultura

"Messaggio per García": la guerra è efficienza

"Messaggio per García": la guerra è efficienza

I l «Remember the Maine!» (bourbon, vermuth, una goccia di assenzio) è un cocktail delizioso il cui nome evoca una delle catastrofi più celebri subite dalla marina americana, avvenuta il 15 febbraio 1898. A quel tempo Cuba era un possedimento spagnolo, ma le navi a stelle e strisce incrociavano con disinvoltura in acque che consideravano «il cortile di casa», finché un giorno non accadde l'inevitabile: gli spagnoli affondarono una corazzata, la Maine. Nella guerra che ne seguì, gli Stati Uniti cercarono la collaborazione dei ribelli cubani, capeggiati da Calixto García. Visto che costui viveva in clandestinità, il controspionaggio convocò un agente segreto, Andrew Rowan, gli mise in mano un messaggio e senza aggiungere altro gli ordinò di consegnarlo a García. Tre settimane dopo, l'agente recapitò la busta al destinatario, che accettò la proposta di alleanza; e gli Stati Uniti vinsero la guerra. E qui inizia un'altra storia, non meno interessante.

Un sulfureo giornalista e filantropo americano, Elbert Hubbard, in un articolo intitolato "Un messaggio per García" trasformò l'impresa di Rowan in un apologo. Rowan non aveva tormentato i superiori chiedendo come avrebbe fatto a scovare un uomo che si nascondeva in un punto qualsiasi di un'isola lunga millecinquecento chilometri. Aveva eseguito il suo compito sbrigandosela da solo, rendendo realtà il sogno di ogni capoufficio: avere collaboratori efficienti e che non rompono le scatole. L'articolo divenne un caso editoriale: tradotto in tutte le lingue, fu distribuito in quaranta milioni di copie. Adesso la Utet ne ristampa la versione di Chiara Baffa (Un messaggio per García, pagg. 112, 10 euro) corredando il volume con la prefazione di un diffidente Luciano Canfora e l'avvincente biografia che Giuseppe Scaraffia dedica a Hubbard. Piazzando il vecchio Bert al centro di un'ampia e sagace costellazione, Scaraffia offre al lettore i materiali per estrarre il succo di un'argomentazione che altrimenti potrebbe apparire ingenua, se non oscurantista («I giovani non hanno bisogno di imparare dai libri, ma di una raddrizzata alle vertebre»).

Hubbard non voleva militarizzare la vita civile, ma estendere a ogni tipo di lavoro i paradisi artigianali di William Morris e John Ruskin: terza via fra il mito romantico del genio che agisce in modo del tutto autonomo e quello, che risale ad Engels, dell'operaio-macchina.

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