
C'era una volta il clima mediterraneo: estati calde ma senza eccessi, il freddo invernale mitigato dall'azione del mare. Da alcuni anni a questa parte i numeri ci raccontano un'altra storia. D'estate sono ormai di casa le incursioni dell'anticiclone africano che staziona sull'Italia anche per molte settimane con temperature che troppo spesso ritoccano record verso l'alto. I numeri non mentono, sono registrati da stazioni meteo ufficiali e negli ultimi 50 anni ci raccontano uno stravolgimento (non solo termico) che ha interessato gran parte delle nostre città, da Nord a Sud.
I parametri per definire il clima
284 milioni di dati raccolti dal 1975 al 2024 fotografano un'Italia diversa rispetto a prima: sono i numeri forniti dagli esperti de Ilmeteo.it al Corriere della Sera raccolti ogni ora (24 al giorno) per 365 giorni all'anno che riguardano numerosi parametri che spaziano dalle temperature medie estive, le temperature più elevate d'estate, il caldo intenso (giorni con oltre 32°C), il numero di notti tropicali (quando i termometri non scendono al di sotto dei 20°C) ma anche come è cambiata l'intensità delle precipitazioni e, sempre in ambito termico, anche le temperature medie mensili e annuali.
Le città con le maggiori differenze climatiche
Le prime tre città in Italia che hanno avuto un maggior impatto climatico, dove cioé il clima è cambiato in modo più sensibile, sono Roma, Cremona e Latina. La Capitale ha visto un aumento termico medio spaventoso in 50 anni, da 14,6°C di media annua a 16,9°C, quasi due gradi e mezzo in più. E che dire delle notti tropicali (temperature superiori a 20°C) che fino a qualche anno fa non superavano 10-15 l'anno ma che nel 2024 sono diventate 79. Cremona, al secondo posto, registra +2,7°C di temperatura media annua dal 1975 al 2024, Latina +2,1°C.
A completare la top ten delle città con i maggiori stravolgimenti climatici al quarto posto Rovigo, quinta Terni, sesta Treviso, settima Caserta, ottava Foggia, nona Mantova e decima La Spezia. Tra i capuologhi più popolosi Venezia al 13esimo posto, Torino 20esima, Palermo 21esima, Bari 33esima, Milano è al 35esimo posto.
Perché fa più caldo lo ha spiegato il meteorologo Lorenzo Tedici ed è legato all'aumento delle temperature marine. "In estate la temperatura superficiale dell’acqua dei mari che circondano la nostra penisola si avvicina, e talora supera, i 30 gradi. Fino a non molti anni fa il mare svolgeva un’opera di mitigazione delle temperature, ora ne è divenuto un amplificatore".
Le notti tropicali
Come detto, non fa fresco più neanche di notte: l'espressione ormai ben conosciuta di "notti tropicali" riguarda praticamente tutti i capoluoghi italiani con un aumento esponenziale rispetto al passato. A Milano sono 40 in più, in media, dal 1975 al 2024, a Torino addirittura 48 ma a Venezia si sale ancora, +52. Bologna ne conta 34 in più negli ultimi 50 anni, Firenze +30, Napoli +28, Bari +50, Palermo +53 e Catania addirittura 66 in più.
Per quanto riguarda il parametro del caldo intenso, invece, le prime tre città in Italia sono Cosenza, Avellino e Taranto rispettivamente con 50 giorni, 47 e 46 giorni in più con una temperatura percepita maggiore o uguale a 32°C (combinazione di temperatura dell'aria, velocità del vento e umidità) e/o con Temperatura maggiore o uguale a 35°C.
Cosa è cambiato con le precipitazioni
Ormai lo sappiamo: maggiore è il calore e l'energia in gioco, più forti saranno i fenomeni (temporali, nubifragi, alluvioni). Per quanto riguarda il parametro sull'intensità di precipitazioni le prime tre città in Italia sono Udine, Bergamo e Gorizia che hanno registrato un aumento dell’intensità media nel corso degli anni, dunque fenomeni più intensi concentrati in minore tempo. Pensate, questo parametro è positivo per tutti i capoluoghi d'Italia eccetto che per Trento e Sondrio.
Infine, un cenno all'anomalia di precipitazioni, ossia dove può esserci un deficit idrico che viene stimato e un aumento della siccità.
In questo caso, se non per alcune città come Imperia Trento e Biella, le notizie non sono così negative perché l'Italia non ha subìto mancanza di piogge se si eccettuano i due anni tra il 2022 e il 2023 nelle regioni nord-occidentali.