Vancouver 2010

Mezzo gigante disastro, si salva la Moelgg

Il maltempo costringe al rinvio. Karbon, Gius e Brignone lontanissime, Manuela spera ancora: è a 67 centesimi dal primo posto

Mezzo gigante disastro, si salva la Moelgg

È bastato mezzo gigante per far fuori buona parte delle speranze azzurre di podio. Ieri le condizioni atmosferiche hanno impedito di disputare la seconda manche, si recupererà oggi, ma - tolto l’ottavo posto di Manuela Moelgg - difficile aspettarsi qualcosa di importante dalle nostre: Federica Brignone è ventesima (a 1"89), Nicole Gius ventunesima (a 2"04) e Denise Karbon addirittura ventisettesima (a 3"10).

Ma si diceva del maltempo e di quella nebbia che durante la prima manche ha imposto agli organizzatori la riduzione dei tempi d’attesa tra un’atleta e l’altra quando invece, in coppa del mondo, la gara, sarebbe stata semplicemente annullata e rinviata al giorno dopo. Le sciatrici, ormai trasformate in tanti ragionier Fantozzi e Filini che giocavano nella nebbia, più che alle medaglie hanno dovuto pensare a sopravvivere. Fatto sta, un festival di pasticci e rischi e prima manche all'austriaca Elisabeth Goergl, seguita a 2/100 dalla francese Barioz e a 16 dall'altra austriaca Zettel.

Eternità varie, quelle azzurre, che non si spiegano solo con la nebbia anche se l’offuscante fenomeno atmosferico è il motivo principale dell’uscita di scena della bella Lindsey Vonn, scesa con il pettorale numero 17, miglior tempo parziale e... opplà... finita contro le reti. Risultato? Spavento, dolore e delusione per lei, oltre che faticoso quanto vistoso giramento di scatole per l’altra americana, Julia Mancuso, che scendeva subito dopo Lindsey e che per la caduta, a causa della decisione di ridurre i tempi tra una discesa e l’altra, è stata fermata a metà discesa e costretta a risalire al cancelletto di partenza per ridiscendere col pettorale 30 (concluderà 18ª).

Tornando alle nostre, Federica Brignone ha commentato in modo schietto la sua prova: «Il mio errore? Ho messo il culo per terra nella parte alta del tracciato». Quanto alla Karbon, Denise sostiene che stava sciando bene, che il ritmo e la linea seguita erano ok, «ma poi mi sono impuntata e non ho ancora capito esattamente che cosa sia successo. So solo che mi sono ritrovata fuori dalla pista e che scendendo mi veniva quasi da piangere».

Sì, lacrime azzurre e lacrime per tutti i tifosi nazionalpopolari, visto l’infilata di delusioni che la spedizione sta mettendo masochisticamente in cassaforte.

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