«Mi deferivano appena dicevo qualcosa»

Roma. Totti senza peli sulla lingua. Doveva parlare di sponsor ha invece parlato, soprattutto, della crisi del calcio. Per restituire credibilità al pallone servirebbe una persona come Gianni Rivera, ha detto, perché «la sua è una figura importante». E ancora: «Affronto questa situazione con la serenità di un professionista e di un giocatore che scende in campo per ottenere dei risultati, anche se si dice che ci siano state partite non vere. Spero tutto possa risolversi nel migliore dei modi: chi ha sbagliato deve pagare altrimenti non si cambia. Tutti sapevano ma nessuno usciva allo scoperto. A volte anche io, l'anno scorso, mi sono tirato indietro perché appena parlavo, dicendo la verità, mi deferivano. Ora i fatti mi danno ragione, ci sono cose anche più gravi di quelle che denunciavo io... Ci vogliono sanzioni pesanti» bisogna «tirare fuori le persone che hanno sbagliato e chi non ha sbagliato deve essere premiato...». «Capello? Se ha detto certe cose forse vuol dire che conosce tante cose».

Gli chiedono: come reagirebbe se ci fosse anche il nome della Roma nel caos generale? «Penso sarebbe già uscito se così fosse stato» e conclude con una dichiarazione d’amore: «L'ho sempre detto:_ preferisco uno scudetto in giallorosso che 10 a Milano e la mia è stata una scelta di cuore. Sono contento di non essere andato a Milano o a Torino: sarebbe stato un errore».

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