"Mi sono sempre recitato addosso: ero amplificato prima dei microfoni"

Sul palco del Teatro Parioli, davanti alle telecamere, il regista-attore parla di Kant, di felicità, del dormire e dell'uso della tecnologia in scena

"Mi sono sempre recitato addosso: ero amplificato prima dei microfoni"

Esce un volume che raccoglie la trascrizione delle due celebri partecipazioni di Carmelo Bene (1937-2002) al «Maurizio Costanzo Show» il 27 giugno 1994 e il 23 ottobre 1995: NESSUNO CONTRO TUTTI Carmelo Bene al «Maurizio Costanzo Show» (Luni, pagg. 288, euro 25; a cura di A. Presicce). Ne pubblichiamo uno stralcio.

BENE Io ho sempre detto che, quando parlo di privato, lo intendo come aggettivo, come participio passato: "privato", "privato del privato" anche. Non è una trasgressione al pubblico sebbene sia la più grande persona etica d'accordo con Lacan e Sade, quando (Lacan) lo ha inserito (Sade) accanto a Kant, uno nel bene, uno nel male, trasgressione eccetera... No no, sono più dalla parte di chi non è, dalla parte di Kafka, di chi davvero è povera cosa, di chi sente il disagio di non esserci! Non invidio nulla a chi sente il piacere d'esserci, mi spiego? Mi sento molto vicino davvero all'immateriale, mi sento molto vicino all'inorganico. Quando risero di Freud a Ginevra, aveva pronunciato l'Al di là del principio di piacere, avendo riletto molto bene Schopenhauer. Tutti ridevano. Tutti cerchiamo il nostro male, la nostra infelicità. L'uomo cerca di rendersi sempre più infelice, differendo sempre il piacere come Wilhelm Reich aveva già detto in Teoria dell'orgasmo, come accade nel differir l'orgasmo, nel differir la vita! LA FELICITÀ È NEL DIFFERIRLA, NON NELL'AVERLA! Nell'averla c'è la rogna di averla avuta e non ci vuole ancora... Basta scomodare Schopenhauer come educatore! "D'accordo dice il Lamento di Federico non ha l'eguale": lo sappiamo, va bene? È questo: che non c'è assolutamente niente. Ai chirurghi che domandavano: "Cosa desideri? Dimmi!" prima di addormentarmi o mentre mi addormentavo "Non svegliarmi mai". Qualcuno, forse un attore, aveva detto diversi anni fa una cosa: "Io mi vorrei addormire, tanto mi fa schifo la vita". Non v'è infelicità! L'infelicità non è infelice, così come la felicità non può essere felice. (applausi)

COSTANZO Aroldo Tieri!

TIERI Volevo chiedere a Carmelo se possiamo passare ad una parte tecnica, diciamo così. Ho letto recentemente un'intervista in cui lui ha parlato dei microfoni, di questo usare il microfono in teatro.

BENE È vero, è vero. È vero perché l'ho detto. Hai ragione.

TIERI Io non lo vedo. Per cortesia, io devo vederlo, se no...

COSTANZO (a qualcuno, probabilmente d'ostacolo) Fallo vedere!

TIERI Allora, volevo sapere perché non deve essere chiamata una "protesi scenica".

BENE È vero perché l'ho annunciato, ma poi mi sono forse smarrito e non l'ho detto, ma si può almeno forse enunciare.

TIERI Siccome io, da vecchio attore...

BENE No no no!

TIERI ...da vecchio attore, mi hanno detto sempre che il microfono era qualche cosa di non giusto nel teatro.

BENE Esatto.

TIERI "Questo lo sento alla radio!", dicono (il pubblico forse inesperto), ma di questo che non deve essere chiamato "una protesi scenica", questo volevo sapere da te, e soprattutto le ragioni per cui (non) è una protesi scenica.

BENE Sì, ma non finiremmo mai...

TIERI Certo, ma io mi limito a questo. È una domanda semplicissima, dove non ti deve nemmeno... Sai che ti voglio molto bene e ti adoro...

BENE Anch'io!

TIERI ...per cui non voglio stabilire un colloquio... (sorride, intendendo forse aggiungere "bellicoso" come con chi lo ha preceduto)

BENE Se domani gli Aroldo Tieri... Ce ne fossero, eh! Ce ne fossero! (applausi) Se domani, così, per disgrazia disgrazia ricevuta scoprissero questo che io ho appena esemplificato poco fa! Però sul quale è stato teorizzato fin troppo e anche molto bene! Non solo, è stato praticato molto molto molto..., non dico "bene". È uno sfondamento del linguaggio, non è una protesi. Supponiamo... C'è un nostro amico, o conoscente comune, Vittorio Gassman. Altre persone, altri attori, loro usano il microfono per amplificare. Stiamo parlando a trentamila persone e allora si amplifica e allora uno parla sempre impostato. No. Io ho sempre, anche senza i microfoni... Qualcuno lo sa forse, dicevano: "Magico. Si recita addosso". Cito cose a memoria proprio, di me ragazzino proprio. Questo recitarmi addosso l'ho sempre avuto, al di là dei microfoni. Si può dire che io ho recitato sempre amplificato, perché quel tanto che mi ci sentisse c'era, ma era una cosa assolutamente dal pensiero del di fuori al non pensiero del di dentro che tornava fuori. Cos'è un'amplificazione? Se io amplifico (perciò ho citato Bacon, poi ci siamo smarriti), è una sensazione, ma se io amplifico, non si mette più in conto quel che io dico non monta, non solo non conta ma nemmeno come lo dico! Non è un modo: è un uscir fuori dai modi. Immaginiamo... Visualizziamolo un attimo. Se io prendo poi te la restituisco, Maurizio, scusami (prendendo in prestito la cartelletta del conduttore) una cartella qualunque e mettiamo che questa sia un fatto sonoro, fonico... Tanto è vero che noi si nasce ciechi e dopo venti giorni/un mese alcuni bambini cominciano, neonati, non a vederci, a stravederci! A scambiar lucciole per lanterne, insomma diciamo: aprono gli occhietti. Invece il suono perciò nell'ultimo computer dei ragazzi americani che hanno inventato, hanno eliminato il light e vanno solo col sound, sebbene la luce sia più veloce il suono invece noi lo recepiamo sempre meglio al secondo/terzo mese nelle acque, nel liquido amniotico. Nelle acque materne, noi sentiamo.

Ecco i danni del linguaggio televisivo, ecco i danni dei mass media, ecco i danni anche delle liti dei genitori in casa! I danni e a volte le virtù, perché se uno sente suonare Bellini e deve ancora nascere, nasce in paradiso, mi spiego? (intanto sullo schermo appare un Lunari addormentato) Perciò quindi si parla di qualcosa che non sia davvero una protesi. Quindi il suono ha tutta questa importanza. Se io mi parlo con la voce, ne faccio la mia voce e quindi ne faccio davvero una protesi del mio io.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica