Milano-Barcellona e ritorno Un lungo viaggio nei colori di Paolo Maggis

Nell’Italia esterofila, l’arte contemporanea non fa certo eccezione e allora nelle gallerie e negli spazi pubblici siamo abituati alle mostre di artisti giovani o affermati provenienti da ogni latitudine, con precedenza ai Paesi di moda, vedi India o Cina. Fa una certa impressione allora, vedere sotto la Madonnina la personale di un artista milanese che da anni ha lasciato l’Italia in cerca di fortuna in Europa, prima a Berlino poi a Barcellona. È la storia del pittore Paolo Maggis, 32 anni, le cui opere sono esposte in questi giorni nella galleria MarcoRossi di corso Venezia 29. Emblematico il titolo della personale, «Travelgum», liberamente ispirato alla gomma da masticare per vincere la nausea del viaggio. Quello di andata o quello di ritorno? Di fatto i suoi quadri raccontano immagini e istantanee raccolte nella sua esperienza di emigrante di lusso. Storie di vita, persone, ricordi mondani di una patria acquisita. L’avventura artistica, si sa, indaga contenuti personali dove la realtà si mescola sempre con l’inconscio. Dunque i ritratti di vita rappresentati sulle tele di Maggis contengono un intento documentaristico o possono assurgere a pretesto per un esercizio di stile. Poco conta. Quello che in questi casi fa la differenza è la forza dell’immagine che nell’opera di questo figliol prodigo dell’arte alla fine è sempre vincente.

La sua pittura, di marca espressionista e dai cromatismi primitivi, è di quelle che bucano la tela, ovvero che non lasciano mai indifferente lo spettatore. È in fondo la dimostrazione di quanto la pittura, anche nell’era di internet, abbia ancora da dire soprattutto quando diventa un linguaggio giocoso e libero dagli schemi.

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