Milano celebra un secolo a tutta velocità

Sono stati soltanto due gli aspetti ignorati, nella festosa presentazione dell’anno futurista 2009, annunciato ieri a Palazzo Marino dal sindaco Moratti e dal neo-assessore alla cultura Finazzer Flory. Sono a dire la verità anche i più imbarazzanti, quelli che hanno valso ai futuristi la lunga quarantena del dopoguerra: interventismo e adesione al fascismo. Per il resto, tutti gli altri aspetti della «ricostruzione futurista dell’universo» sono stati presi in considerazione, dal dinamismo alla velocità, dall’esaltazione delle macchine alla scoperta della pubblicità, a quella spesso tumultuosa molteplicità di esperienze che comprende pittura e scultura, cinema e fotografia, musica e culinaria.
L’anno futurista di Milano si annuncia denso di manifestazioni (riunite nella definizione omnicomprensiva di «FuturisMI») che intendono coinvolgere tutta la città nell’orgogliosa consapevolezza che è Milano, città di Boccioni e Marinetti, e non Parigi, città della pubblicazione del «Manifesto», il luogo natale della più italiana e più dirompente delle avanguardie del Novecento. Milano, ispiratrice del celebre quadro di Boccioni La città che sale.
A tre grandi mostre è affidato il compito della ricostruzione storico-artistica. Apre le celebrazioni il 5 febbraio la rassegna a Palazzo Reale «Futurismo 1909 - 2009 - Velocità + Arte + Azione», curata da Giovanni Lista e Ada Masoero, che esaminerà trent’anni di vita del movimento e tutti i suoi linguaggi espressivi, senza più prendere in considerazione la obsoleta suddivisione in primo e secondo Futurismo. 400 opere, dal dinamismo plastico degli anni Dieci all’aeropittura degli anni Trenta.
Al fondatore del movimento è invece dedicata dal 12 febbraio la mostra «F.T. Marinetti = Futurismo» alla Fondazione Stelline a cura di Luigi Sansone (comitato scientifico composto da Luigi Ballerini, Lucia Matino, Ermanno Paccagnini, Filippo Piazzoni, Elena Pontiggia). Dall’esordio nella sede futurista di via Senato 2 alla morte del fondatore il 2 dicembre 1944 sul lago di Como. La terza rassegna, «Futurismo 100 - Simultaneità», che si aprirà il 15 ottobre curata da Ester Coen, è invece dedicata a Umberto Boccioni proiettato sul vasto scenario delle avanguardie europee, tra espressionismo cubismo, dadaismo, costruttivismo. Nella tenace convinzione di coinvolgere l’intera città nell’esperienza futurista, gli ideatori promettono tutta una serie di manifestazioni pubbliche, dalla «Rissa in Galleria» (altro quadro di Boccioni) realizzata il 5 febbraio da un gruppo di danzatori-attori ai giochi di luce sulla facciata di Palazzo Reale. Dalle «Revolverate!» (letture-spettacolo nelle biblioteche rionali) al ciclo in dieci serate «Il Teatro futurista» a Palazzo Reale. Insomma una grande festa milanese lunga un anno.
Indubbiamente, se non si prende in considerazione anche la valenza storico-politica del movimento, il rischio è di sottolinearne soprattutto l’aspetto ludico.

«Ma non faremo la caricatura del Futurismo!», promette Finazzer Flory, anche se l’annunciata idea di mascherare i mezzi di trasporto da «futur-taxi» e «futur-tram» sembra andare in quella direzione. E se interviene un «futur-sciopero»?

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