Milano «fabbrica» dive in occhiali da sole

Tom Ford non pensa solo alle star: ecco le sue lenti da presbite

Eleonora Barbieri

da Milano

Un occhiale da diva: forme morbide, arrotondate e, soprattutto, dalla montatura enorme, che non può passare inosservata. È l’occhiale secondo Mido, la Mostra internazionale di ottica, optometria e oftalmologia che si è appena conclusa a Milano: un appuntamento immancabile per gli esperti del settore, dato il ruolo centrale dell’Italia sul mercato e che si è svolto ancora nella sede del Portello. L’anno prossimo traslocherà a Rho-Pero, puntando al medesimo successo: perché l’occhiale italiano vale due miliardi di euro, di cui 1,7 miliardi di esportazioni in Europa, Stati Uniti e nel resto del mondo, Cina inclusa. L’Italia - raccontano i dati dell’Associazione nazionale fabbricanti articoli ottici - è la regina del mercato, con una quota del 27,6% e che, nell’ultimo anno, ha visto la produzione crescere del 10,3% e le esportazioni del 13%.
I quattro giorni del Mido, quindi, dettano legge, per un dettaglio che è sempre più protagonista, un accessorio che trasforma il volto e crea il personaggio: e quest’anno la donna indossa occhiali giganti, sensuali, che accentuano una femminilità ispirata a Hollywood ma, anche, alla Dolce vita, cui Safilo ha dedicato la sua linea Glamour, disegnata da Enzo Sopracolle. Strass e dettagli di luce che, nella linea da sole di Valentino, diventano brillantezza assoluta, grazie agli Swarovski che impreziosiscono il frontale e le aste della montatura in metallo mentre, nella collezione da vista, l’acetato splende grazie agli strass della «V» e il metallo è arricchito da perle. Il gioiello domina anche per John Richmond e Gucci, che contamina gli occhiali con i simboli delle collezioni Flora, Animalier, Api e Libellule: piccoli insetti brillanti, appuntati sulle aste, con la doppia «G» in strass di Swarovski.
Le farfalle ritornano anche, in trasparenza, per Bottega Veneta, come in una serigrafia (in acetato), per montature imponenti e punteggiate dalle cinque borchie della casa, mentre un altro motivo classico, l’«intrecciato», compare fra aste e frontale. Il richiamo al vintage contagia Alexander McQueen, che inserisce bottoni a effetto madreperla nelle sagome ampie e Marc Jacobs, che privilegia il rosso: nel regno dei colori, infatti, è secondo soltanto al nero, che domina circondato da tonalità accese, come arancio, porpora e fucsia. E se Versace, con Manhattan (per la donna) e Myth (per l’uomo) sposa il nero totale e sofisticato, Roberto Cavalli punta sulle trasparenze marine: blu intenso, turchese e rosso corallo, che affiancano stampe e decori sfarzosi contrastati da linee rigorose, mentre gli occhiali da sole sono a mascherina. È questa l’alternativa alle curve estreme, insieme al modello «aviatore», su cui puntano rispettivamente Ray-Ban ed Emporio Armani: quest’ultimo ha creato 9310/S, mascherina da sole in metallo avvolgente con lente rovesciata, proposta anche in viola (con lente lilla). Il punto di riferimento per lo stile aviatore è Web, il marchio nato negli anni Trenta per i primi piloti, che erano esploratori e avventurieri: il doppio ponte a vite e le aste in celluloide come nell’originale, collaudato per i primi amanti del cielo, tornano oggi in quattro modelli unisex. Sportivi e lussuosi, sul versante maschile, i modelli Porsche di Rodenstock, che propone i «Reading tools», per le prime letture da presbiti. Tom Ford, al suo ritorno nel mondo degli occhiali insieme al gruppo Marcolin, punta sugli occhiali da vista (che rappresentano la maggior parte dei 17 nuovi modelli), «ricercati e innovativi» quanto quelli da sole. Sono dedicati invece ai cani i «Doggles» dell’emiliana Ebf, per proteggere gli occhi dei quattro zampe di casa o che operano in condizioni estreme, come quelli della Protezione civile, con lenti intercambiabili e decorati con fiamma o margherita (n1bio.com).

Tecnologia assoluta, infine, per Silhouette e i suoi «Titan minimal art», arricchiti da una collezione «Spazio» di otto modelli, in omaggio all’occhiale indossato dagli astronauti della Nasa: da sempre essenziali, con i loro 1,8 grammi di peso sono i più elastici e leggeri dell’universo.

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