Immaginate di passeggiare per le vie di Milano e di incrociare solo stranieri. Immaginate di desiderare una pizza e di trovare solo kebab. Immaginate ancora di arrivare in città e di imbattervi in una moderna Babele dove ognuno parla una lingua diversa. Non è fervida fantasia, ma quello che potrebbe succedere fra meno di trent’anni. Più precisamente nel 2048, secondo le stime della Fondazione Ismu. Proprio in quella data si ritiene, infatti, che gli stranieri regolari residenti all’ombra della Madonnina supereranno, in percentuale, i cittadini milanesi.
Secondo il censimento effettuato nel 2009 dall’Ismu, sono 418mila gli immigrati muniti di permesso di soggiorno presenti attualmente fra Milano e provincia. Di questi quasi 237mila vivono in città, 181mila nei paesi dell’hinterland. La maggior parte - 37.400 - arriva dalle Filippine. Seguono Egitto (37.250), Cina (21.950), Perù (19.450), Ecuador (16.600), Sri Lanka (15.400), Romania (14.350), Marocco (9.400), Albania (6.900) e Ucraina (6.250). Già oggi gli immigrati costituiscono il 18 per cento del totale degli abitanti, su un milione 300mila persone. A questi si aggiungono migliaia di clandestini il cui numero è, per definizione, impossibile da quantificare. Statistiche alla mano, gli esperti ritengono che gli stranieri arriveranno a quota 42 per cento sul totale della popolazione nel 2032. Superando la soglia del 50 per cento proprio nel 2048. Il motivo è presto spiegato, il tasso di natalità degli italiani è bassissimo rispetto a quello degli immigrati: 1,2 figli per donna contro 3,2 bebè. Nel 1998 gli stranieri erano 212mila soltanto. Tradotto: in soli 12 anni sono quasi raddoppiati. Da parte loro, gli italiani sono diminuiti. E così, fra il 1971 e il 2007 Milano è passata da un milione 700mila residenti all'attuale milione 300mila. Stranieri compresi.
«Questi dati rappresentano l’evoluzione di una tendenza già in atto - spiega Giancarlo Blangiardo, demografo dell’Università Bicocca e ricercatore dell’Ismu -. Oggi a Milano il rapporto fra stranieri e italiani è di tre a 11. Ma fra flussi migratori e nascite è ipotizzabile che in una trentina di anni si possa arrivare all’equilibrio o, addirittura, al sorpasso». Si tratterà probabilmente di laureati - già oggi uno su 4 ha un livello di istruzione superiore - e lavoratori autonomi (nel 2009 il 60 per cento degli immigrati risultava titolare di una ditta individuale). «Oggi la componente maggiore è data da egiziani e filippini - continua Blangiardo -. Anche in futuro la crescita dei flussi migratori sarà orientata in questo modo. Tenderanno invece a diminuire i cittadini provenienti dall’Est Europa». Secondo le stime, dunque, la crescita esponenziale degli immigrati porterà il loro numero a 600mila circa nel 2032, quando si stima che la popolazione italiana sarà composta da 800mila persone. Il sorpasso, invece, avverrà intorno al 2048, con gli stranieri che supereranno la soglia del 50 per cento.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.